Aggressioni, i due cani a rischio sequestro 

Ordinanza del sindaco: obbligo di museruola e corso per i proprietari. Ma dopo il secondo episodio aperta una nuova procedura



RIVA. Obbligo di museruola e pettorina a doppio moschettone, e – per i due proprietari – un percorso educativo mirato al miglioramento della gestione dei cani fuori, ed eventualmente anche all’interno dell’ambiente familiare. È questo il contenuto dell’ordinanza che il sindaco di Riva, Adalberto Mosaner, ha firmato ieri mattina a carico dei proprietari del pitbull e del rottweiler responsabili dell’aggressione al Rione 2 Giugno che il 17 gennaio scorso è costata la vita a Margot, una femmina di juck russel di 6 anni. I due proprietari, dal momento della notifica, avranno dieci giorni di tempo per iscriversi e l’attestato di partecipazione dovrà essere «depositato entro e non oltre trenta giorni – recita l’ordinanza - dalla data di notifica dell’ordinanza».

Ma si tratta solo del primo provvedimento restrittivo, visto e considerato che giovedì scorso c’è stato un nuovo episodio, sempre nella zona del Rione 2 Giugno, denunciato da Dalmazio Scopini: il suo cane, Ares, un meticcio di 10 anni (fortunatamente sopravvissuto nonostante le ferite), è stato aggredito dagli stessi molossoidi, uno dei quali libero. «Questo fatto – si legge in una nota del Comune di Riva - con tutta evidenza, riapre il caso, e ha già portato all’attivazione di una nuova procedura di valutazione, con la già presumibile conseguenza di nuove e più stringenti misure di tutela e di prevenzione, che l’amministrazione attiverà prontamente una volta ricevuto dall’Azienda sanitaria quanto necessario». A questo punto, quindi, i proprietari dei due molossoidi rischiano provvedimenti più severi, che potrebbero portare anche al sequestro degli animali.

Quello di giovedì scorso è il terzo grave episodio registrato nell’Alto Garda che ha visto coinvolti cani di grossa taglia. Poco tempo fa, infatti, un ciclista è stato rincorso e azzannato da un molossoide mentre percorreva via S.Andrea: anche in quel caso, dopo le valutazioni dell’autorità, era arrivata l’ordinanza del sindaco che aveva stabilito la “libertà vigilata” per il cane e una serie di restrizioni per il proprietario.

Sull’episodio di giovedì scorso, è voluto intervenire Cristian Ferraresi, il proprietario del juck russel morto lo scorso gennaio. Secondo Ferraresi l’intervento delle autorità doveva essere più tempestivo: «Oggi leggo sui quotidiani che un’altro cagnolino è stato aggredito pesantemente sempre dai due soliti molossi, un rottweiler e un pittbull sempre accompagnati dallo stesso padrone, incurante delle normative e della pericolosità dei suoi cani, nonostante le innumerevoli aggressioni. Gli stessi due cani che hanno aggredito Ares sono gli stessi identici che hanno ucciso Margot e che hanno procurato ferite al proprietario ricucite in pronto soccorso ad Arco. Ora voglio sensibilizzare nuovamente l’opinione pubblica e chi preposto ai dovuti controlli, che questa aggressione si poteva tranquillamente evitare, considerando che per quanto riguarda l’aggressione avvenuta verso la metà di aprile in Via sant’Andrea, dove un tedesco in bicicletta è stato azzannato da un pittbull proveniente dal campo nomadi, i provvedimenti sono stati tempestivi e veloci in modo da mettere la zona in sicurezza ed evitare brutta pubblicità all’Alto Garda trentino».

Con ogni probabilità sulla tempistica dell’ordinanza ha pesato la valutazione degli esperti, che non hanno evidenziato – al momento del controllo - segni di aggressività.

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