Pfas, La Provincia precisa: «Monitoraggi costanti e nessuna criticità»
La Provincia di Trento risponde al Trentino sui dati relativi agli inquinanti presenti nelle acque del territorio
L'INCHIESTA. La mappa dei Pfas nelle acque trentine
TRENTO. Sul tema della qualità delle acque del Trentino e in particolare sulla presenza dei composti Pfas la Provincia autonoma di Trento precisa che, attraverso Appa, «il monitoraggio è costante ed attento. Bisogna però fare attenzione a non mescolare i dati: si rischia infatti di fare confusione e di creare solo allarmismo. Ecco allora alcuni elementi che possono chiarire meglio quanto si sta facendo e che intendono fare luce su alcuni dubbi che alcuni articoli (qui il servizio di Andrea Tomasi) legate all’inchiesta di Le Monde hanno sollevato».
Primo elemento, sui PFAS Appa è da tempo al lavoro nell’ambito del monitoraggio della qualità delle acque superficiali e sotterrannee. I Settori Qualità Ambientale e Laboratorio di Appa dal 2018 ad oggi hanno raccolto ed analizzato 12 molecole diverse di questi composti su circa 1.600 campioni ufficiali, con risultati trasmessi annualmente ad ISPRA e quindi delle istituzioni europee. Molti dei risultati esposti dall’inchiesta di Le Monde, derivano proprio da questo flusso dati ufficiale.
Va fatta poi chiarezza sulle modalità di esposizione dei dati, sui livelli di contaminazione e conseguentemente sulle valutazioni di criticità che riguardano il territorio provinciale: ogni specie di Pfas ha propri limiti di concentrazione e non possono essere aggregati per fornire un quadro generale complessivo.
Dei Pfas la molecola più preoccupante è il Pfos, rientrante nelle sostanze più pericolose da ridurre prioritariamente secondo le indicazioni date dall’Europa agli Stati membri. Mentre Pfoa e altre molecole della stessa famiglia – in ogni caso anche queste attentamente monitorate – hanno limiti molto superiori, di tre o quattro ordini di grandezza rispetto al Pfos. Di qui dunque la prima indicazione di non confondere tra loro le molecole afferenti alla famiglia dei Pfas, non vanno sommati fra di loro perché hanno effetti diversi e sono soggetti a limiti di legge specifici per ciascuna tipologia.
Ci sono poi alcune situazioni territoriali che necessitano di maggior attenzione e che Appa sta seguendo in modo approfondito. Per la zona del Basso Chiese, anche con il contributo dell’Università di Trento, si sta approfondendo la tematica e comunque - in attesa degli esiti degli studi - con la collaborazione degli Enti locali interessati e di Apss sono attentamente verificate tutte le situazioni di utilizzo delle acque per prevenire qualsiasi potenziale impatto sulla salute pubblica.
Anche per quanto riguarda le acque di falda del territorio del Comune di Rovereto sono in corso le autorizzazioni per definire i potenziali rischi e conseguentemente gli interventi di bonifica e ripristino delle aree fonte dell’inquinamento, sempre garantendo in queste fasi preliminari la massima attenzione e controllo sui vari usi in atto.
In termini generali va però precisato che nel complesso del territorio non si riscontrano situazioni di criticità o che presentino elementi tali da generare preoccupazione. Il discorso vale anche per il Chiese, che non risulta in una situazione tale da destare allarme per la salute dei cittadini, anche se la condotta dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente e di Apss rimane rigidamente ancorata al principio di precauzione che impone una sorveglianza continua e approfondita.
Terzo elemento, la trasparenza, che è pienamente garantita. Sono a disposizione del pubblico sul sito internet dedicato e comunque liberamente accessibili da chiunque è interessato tutti i dati dell’attività di Appa come ad esempio il Piano di Tutela delle Acque recentemente approvato (2022), e in ogni caso l’attuale rete di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee (quasi 200 punti per il sessennio 2020-2025) è studiata e già utilizzata per valutare la qualità ambientale in generale e per intercettare i segnali delle eventuali criticità riguardanti le sostanze pericolose prioritarie segnalate dall’Europa.
Appa resta sempre a disposizione delle Istituzioni e della cittadinanza per fornire e illustrare i dati ambientali e le relative informazioni.