«Pergine sarà laboratorio d’aggregazione pastorale»
L’arcivescovo di Trento Lauro Tisi ha incontrato le dieci parrocchie del Comune «Qui ci sono i presupposti per creare gruppi di persone in appoggio ai sacerdoti»
PERGINE. «Pergine potrà diventare realtà pilota di sperimentazione per realizzare esempi di aggregazione di persone in grado di affiancare e anche di sostituire i sacerdoti in situazioni di emergenza e bisogno, e non solo per problemi pastorali». Ad affermarlo l’arcivescovo di Trento monsignor Lauro Tisi che, affiancato dal parroco don Antonio Brugnara, ha incontrato nella sala della Provvidenza i consigli e comitati pastorali delle 10 parrocchie che sono in carico aa don Antonio. Presente una cinquantina di persone e alcuni sacerdoti.
Accennando alla situazione del clero, Monsignor Tisi ha, infatti, lanciato un segnale di allarme, ricordando che tra 5 anni, dei circa 300 sacerdoti diocesani in attività, un centinaio dei quali lo sono solo in forma parziale, ne resteranno solo 60, una rarefazione dovuta all’età e al venir sempre meno delle vocazioni e ordinazioni sacerdotali.
«Già adesso – ha chiarito - in grosse realtà parrocchiali di alcuni centri e nelle valli, la figura del parroco ha lasciato il posto agli amministratori parrocchiali, una situazione che nei piccoli centri mi vede costretto anche a chiudere le chiese. A Pergine città la situazione odierna è per ora buona, grazie anche all’aiuto dato dai Padri Francescani, perché si celebrano ogni domenica 8 messe, che potrebbero però con il tempo ridursi a 5. Da qui la necessità di pensare ad un nuovo modo di esser Chiesa, cercando di affrontare i problemi con l’aiuto delle comunità intere, intese come realtà di persone impegnate dare una mano, “un modo bellissimo di essere Chiesa”».
Una situazione che il presule ha illustrato con esempi riferiti alla realtà territoriale della Diocesi Trentina. Continuando ha, infatti, precisato: «Per me la realtà di Pergine con le 10 parrocchie di Pergine, Masetti, Zivignago, Susà, Costasavina, Roncogno, Canale, Castagné S. Caterina, Castagné San Vito e Ischia è una realtà molto favorevole, in parte già realizzata, di Comunità dove si può sviluppare un gruppo di persone in grado di farsi carico dei problemi per realizzare quella Chiesa che aiuta a far crescere la presenza di Gesù Bambino».
L’arcivescovo ha quindi concluso ricordando che una comunità deve poggiarsi sui pilastri della vita cristiana, della messa, della preghiera, della vita comunitaria.
In avvio della serata dopo la preghiera comunitaria, Don Antonio, parlando della situazione comunitaria e degli incontri svolti con i consigli e comitati pastorali, aveva posto alcuni interrogativi da sviluppare, con l’aiuto di slide, partendo da quello che c’è già nelle nostre comunità, a che cosa si potrebbe fare assieme, a dove vogliamo andare, puntualizzando quanto facciamo già insieme. Su queste domande, dopo una breve pausa di riflessione, si sviluppato un interssante dibattito.