Masera Tabacchi, un edificio che è storia 

Levico Terme, presentato il progetto editoriale che intende ricordarlo con parole e immagini


di Franco Zadra


TERME . Grande pubblico per la presentazione, in sala consiliare, del progetto di recupero culturale della ex Macera Tabacchi, da anni in stato d'abbandono, ma sempre davanti agli occhi dei levicensi, molti dei quali con parenti (ormai scomparsi) che in quella fabbrica hanno lavorato il tabacco. Un progetto che vedrà la realizzazione di un opuscolo, di 16 pagine più copertina, con le immagini, anche inedite, della storia di questo edificio il cui abbattimento è stato già concertato in un accordo con la Provincia.

Tiziana Margoni, già collaboratrice nella realizzazione di un opuscolo simile sul Mulino Angeli, e che sta raccogliendo assieme alle sei associazioni coinvolte, Levico in Famiglia, Gruppo Pensionati, Mondo Giovani, Centro don Ziglio, Chiarentana, e Biblioteca comunale, testimonianze dei diversi passaggi avvenuti nell'uso della fabbrica, ha espresso una neutralità “svizzera” riguardo a questo tema.

«Siamo qui – ha detto Tiziana Margoni - per reperire nuovi racconti e foto del periodo interessato all'attività della Masera, dal 1925 agli anni ‘60, così da meglio ricostruirne la storia. Il nostro è un progetto strettamente culturale che prende le distanze da quelli che saranno o che sono gli intenti amministrativi o politici. Vogliamo semplicemente recuperare e fissare il ricordo dell'importante funzione della Masera Tabacchi nel passato della città e del lavoro in essa svolto».

Un’intenzione ammirevole che però non ha convinto chi, come Alessandro Perina, dal pubblico si è lanciato in una critica serrata verso «un modo subdolo – ha detto Perina – di fare politica, poiché avete mostrato le immagini di come si è ridotta la Masera per indurci a pensare che forse conviene abbatterla».

«Nessuno in Valsugana – ha detto Luciano De Carli, già sindaco di Levico, ex presidente di Chiarentana – si è mai sognato di abbattere gli edifici storici, ma da ruderi e catapecchie sono state fatte Case di Cultura».

Anche il presidente del Gruppo pensionati, Marco Francescatti, si è speso per ricordare «il grande rispetto – ha detto Francescatti – che dobbiamo portare a questo edificio che ha risolto molti problemi in passato, dando lavoro alle donne che trovavano così il modo di dare da mangiare ai propri figli».

Altri, come l’architetto Renzo Acler, hanno indicato la Masera «come uno degli edifici più emblematici di Levico». Orlando Cadoni, fotografo e videoamatore che cura il progetto, «senza alcuna pretesa – ha detto Cadoni – di fare chissà che cosa. La nostra intenzione è semplice: far sì che nonno e nipote si siedano insieme a leggere questo opuscolo, e che sia il nonno a raccontare al nipote ciò che è stata la Masera Tabacchi». (f.z.)













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