La chiesa di S. Antonio ha bisogno di lavori
Falesina, riaperta per la messa domenicale non è in buono stato, ma la parrocchia è senza soldi
VIGNOLA FALESINA . Tra le molte proposte e iniziative messe in programma dalla Pro Loco di Falesina per la Sagra del paese, realizzate con il contributo di altre realtà del Comune, va segnalato il particolare riferimento all’antica chiesa dedicata a Sant’Antonio di Padova, alla quale ha fatto riferimento nel corso della messa don Luigi Boninsegna. Il sacerdote ha ricordato che nella chiesa si ritornerà a celebrare da metà giugno a tutto luglio, alle 11, la messa domenicale, accennando poi anche il messaggio presentato sul notiziario settimanale delle parrocchie, dal parroco don Antonio Brugnara, che ringraziando don Luigi e quanti sostengono con le offerte la Chiesa di Falesina, ha presentato il rendiconto economico relativo al 2017.
La storia della chiesa in breve. L'edificio fu eretto nel 1708, giusto 310 anni fa (la data è incisa sull’architrave del portale) , e la costruzione della chiesa terminava nello stesso anno. Grazie alla volontà dell’allora piccola comunità montana, nel 1707 si chiedeva al vescovo di Feltre, Antonio de Pulcenigo, il permesso di edificare una chiesa nell'abitato. Il presule lo concedeva e in un anno i lavori erano terminati. Dopo la visita pastorale del 1737 vennero poste delle pietre a difesa delle mura perimetrali della chiesa, e fu data facoltà di realizzare un cimitero nello spazio circostante l'edificio (1798), di battezzare (1811), con la conseguente collocazione di un fonte. Nel 1828 venne concesso di conservare il Santissimo Sacramento. Nel 2003 la chiesa venne restaurata, con risanamento dei muri e degli anditi esterni, il rifacimento del tetto, il restauro delle pitture interne e intonaci, l’adeguamento alle norme di sicurezza dell'impianto elettrico.
La situazione economica vede la chiesa di Sant’Antonio in Falesina in continuo debito e le offerte, pur generose, non coprono i costi di energia elettrica, assicurazioni e altre spese, che nell’esercizio 2017 sono in perdita per 562,89 euro. Con i debiti accumulati per passivi, la perdita aumenta a 2.992,77 euro. «C’è la necessità di recuperare risorse – ricorda il parroco – perché la chiesa avrebbe bisogno di un restauro conservativo di banchi e altari lignei per far fronte al tarlo. Al riguardo voglio ringraziare due persone che nel 2018 hanno offerto 1.500 euro proprio per intervenire contro questo degrado». Le parrocchia della chiesa di Sant’Antonio non ha grandi proprietà, ma solo modeste particelle fondiarie che sono costituite da campi e prati, e in misura un po’ maggiore di bosco.