«I risparmi d’acqua sono già operativi» 

Il presidente del Cmf Agro Irriguo, Luigino Laner, replica alla Provincia: «Preleviamo dal Fersina solo quando non piove»


di Roberto Gerola


PERGINE. E’ stato il Cmf Agro Irriguo Perginese il più “preso di mira” nel corso della riunione con l’assessore Mauro Gilmozzi sulle problematiche ambientali del Fersina. Un argomento ormai da tempo all’attenzione per la “carenza” d’acqua. Nella riunione del 19 aprile scorso, il Cmf era assente (il presidente Luigi Laner era impegnato) ma tecnici e funzionari della Provincia hanno lanciato un po’ di “strali” all’indirizzi del Cmf , come emerge dal verbale emesso qualche giorno fa.

In pratica, Franco Pocher (dirigente risorse idriche ed energetiche) si era impegnato «per l’immediato ad ingiungere al Consorzio la sistemazione dell’opera di presa di cui è titolare per consentire in modo più efficace la limitazione del prelievo esclusivamente ai valori di portata concessi e a garantire in ogni condizione il rilascio del Dmv in maniera prioritaria; nel medio periodo, a stimolare il Cmf a razionalizzare il sistema di irrigazione per minimizzare i consumi». Era intervenuto anche il dirigente del Servizio agricoltura, Adriano D’Agostin che si era impegnato a convocare il Cmf per stimolare l’avvio della progettazione e delle procedure per la sostituzione degli impianti di irrigazione a dispersione con impianti di irrigazione a goccia, che consentirebbero di risparmiare il 40% dell’acqua, nel giro di 2 o 3 anni.

Ma il presidente Luigino Laner, per così dire non ci sta a vedere l’operato del Cmf al centro di questa “attenzione”. E replica.

«C’è necessità - dice - di un sopralluogo per verificare la situazione effettiva delle coltivazioni esistenti sui terreni del Cmf e le sue esigenze. Ci sono frutteti, piccoli frutti, campi coltivati e prati incolti, e se dovessimo riconvertire semplicemente il sistema irriguo, una buona parte dei terreni diventerebbe incolto vista la precarietà dell’attività agricola in zona. Ma a parte questo aspetto, abbiamo un’assemblea dei soci e un direttivo regolarmente eletto in grado di decidere. Semmai non opteremo per il sistema a goccia, ma adotteremo la cosiddetta “sub-irrigazione”: a goccia sì, ma con i tubicini interrati per evitare l’evaporazione. Una tecnica all’avanguardia per evitare sprechi. Inoltre ci sono le centraline che regolano l’erogazione. Se poi si parla dell’opera di presa ci sono alcune cose da dire. Dieci anni fa la Provincia ci impose il misuratore di portata che abbiamo realizzato a nostre spese (35.000 euro). Un mese dopo la fine dei lavori, la concessione venne ridotta (da 1200 l/s a 45 l/s) in base ai 90 ettari coltivati. Bene, siamo scesi sotto il milione di mc/anno e quindi il misuratore di portata non serviva più e non è mai entrato in funzione. Poi, l’opera di presa: abbiamo eseguito le prescrizioni dettate per il suo adeguamento e la relazione è in Provincia da tempo. Ce ne sono altre? Le eseguiremo. Occorre ridurre l’uso dell’acqua? La concessione è da meta aprile a metà novembre e la usiamo solo quando non piove. Il risparmio (del 40%?) c’è già».













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