Peggiora la situazione in Alto Adige: 21 morti, ospedali quasi saturi e in strada arriva l'Esercito
Ventuno morti, mascherine stoppate in Cina, tamponi per pochi giorni. Deadline il 25 marzo: o il picco si arresta o sono guai
BOLZANO. Il virus avanza e si contano 21 morti. L’ultima vittima (di ieri sera, 20 marzo) è un’impiegata bolzanina sulla sessantina. Si teme che alla fine dell’epidemia in Alto Adige i morti saranno almeno il doppio.
Intanto sono 30 i pazienti in Rianimazione (gli ospedali di Merano e Silandro sono al completo) ed altri 1.855 in quarantena. In tutto questo l’Asl sta allestendo il nuovo ospedale accanto al San Maurizio (una sessantina di letti tra intensivi e infettivi), chiede aiuto ai privati e si organizza per far curare a casa, dai medici di base, i pazienti non gravi.
I casi postivi per Comune di residenza in Alto Adige aggiornati al 20 marzo:
C'è da fare i conti anche con la mancanza di mascherine. Dopo i due tir rubati, e merce soffiata da un miglior offerente, adesso il carico da 1,5 milione di pezzi risulta bloccato in Cina dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte che pretende precedenza per le le esigenze nazionali. Medici e infermieri protestano. E mancano anche i tamponi che - come conferma il direttore Asl Florian Zerzer - basteranno solo pochi giorni.
La data alla quale guardare ora è quella del 25 marzo. Se entro quel giorno la curva dei contagi non si sarà abbassata, allora anche il sistema sanitario locale non riuscirà più a reggere l'urto.
È di ieri la decisione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di schierare i militari dell’Esercito, che affiancheranno le forze dell’ordine nei controlli per il rispetto delle disposizioni anti Coronavirus.
In solo nove giorni sono state controllate 10.876 persone e ne sono state denunciate 374. E la Forestale pattuglierà montagne e sentieri.