Orsi, sindaci trentini allarmati: «Rischi per la sicurezza pubblica»
Dopo lo stop alla seconda ordinanza di abbattimento dell’orsa di Dro, interviene Gianmoena (Cal): «Soluzioni alternative sono impraticabili». Redolfi (Mezzana): «La libertà dell’orso non può imprigionare le persone»
LA SENTENZA. Kj1, il Tar boccia anche la seconda ordinanza di abbattimento
TRENTO. "Guardiamo con estrema preoccupazione all'amplificarsi dei rischi per la sicurezza pubblica, collegati al recente episodio di aggressività dell'orso Kj1 nei confronti dell'uomo, e alla sua costante presenza al limitare degli abitati e nelle pertinenze di abitazioni dell'Alto Garda. Un fenomeno, peraltro, non certo isolato, che riflette ormai l'insostenibile quotidianità per i cittadini ed i frequentatori di una porzione ormai ampia del territorio trentino". A dirlo, in una nota, è il presidente del Consiglio delle autonomie locali Paride Gianmoena, dopo che il Tar ha accolto anche il secondo ricorso delle associazioni animaliste contro l'ordinanza di abbattimento dell'orsa Kj1 firmata dal presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.
"Pur nel pieno rispetto delle pronunce emesse dalla magistratura amministrativa - sottolinea Gianmoena - forte è il disorientamento a fronte di provvedimenti che precludono la possibilità di intervenire con l'unico mezzo che consentirebbe una immediata rimozione di un indiscutibile pericolo per l'incolumità delle persone, e prefigurano soluzioni alternative francamente impraticabili agli occhi di chi amministra le comunità ed il territorio trentino". Per Gianmoena sarebbe impraticabile l'ipotesi di "gestire la presenza di un orso problematico interdicendo alla cittadinanza l'accesso a determinate aree del territorio".
Gli fa eco il sindaco di Mezzana Giacomo Redolfi, che ha la delega ai Grandi carnivori presso il Cal: "Uno stato democratico e civile non può consentire in nessun modo che la libertà dell'orso imprigioni le persone".