Non si trovano infermieri e Oss: «La Rsa di Tione chiuderà giovedì»
L’allarme lanciato da Italo Monfredini in quarta commissione. E Tonelli: «fateci assumere i profughi ucraini»
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TRENTO. Il vicepresidente della Federazione della coop, Italo Monfredini, rimanendo nel campo delle Rsa ha messo in evidenza il fenomeno della mancanza di infermieri e Oss, aggiungendo che il reclutamento di queste figure da parte della Apss ha inciso moltissimo sulla vita delle coop.
Una situazione giunta al punto di rottura al punto che, ha aggiunto il vicepresidente della Federcoop, i servizi della Rsa ospedaliera di Tione, se non verrà trovata una soluzione in extremis, verranno sospesi dopodomani, giovedì 17 marzo, perché su 7 infermieri, 4 sono andati a lavorare all’Azienda sanitaria.
Una situazione che, purtroppo, non è destinata a rimanere l’unica. Non si tratta quindi, ha aggiunto Monfredini, di un allarme per il futuro, è giunto il momento di agire perché una volta distrutto questo ecosistema di integrazione tra società e Pat le conseguenze per la comunità saranno pesanti.
La notizia è stata data durante il confronto nella quarta commissione del consiglio provinciale.
Il primo ad essere ascoltato è stato Paolo Tonelli, presidente della Consulta provinciale delle politiche sociali che ha presentato il documento consegnato alla Quarta commissione.
Primo punto, il reperimento di alcune professionalità sul mercato del lavoro è diventato impossibile per gli enti del Terzo settore. Una situazione gravissima che pesa sul mantenimento dei servizi. L’interesse principale, ha aggiunto, non è quello delle coop, collaboratori o soci: è quello degli utenti. Perché la storia del welfare trentino negli ultimi 40 anni, ha affermato Tonelli, sta a dimostrare risultati che sono riconosciuti da tutti.
Inoltre, sta accadendo che gli enti del terzo settore si stanno trasformando in involontari formatori di personale per la sanità e gli enti pubblici. In questo drammatico momento, ha aggiunto, la Provincia dovrebbe fare pressioni su Roma perché si possano, ad esempio, trovare le figure mancanti tra i profughi che stanno arrivando dall’Ucraina offrendo loro lavoro e dignità. C’è poi il problema degli Oss, un lavoro che non piace più ai giovani e per il quale servirebbe una campagna informativa tra le fasce di età giovanili per spiegare, più n generale, la bellezza di un lavoro sociale e educativo. Tutto ciò, ha detto ancora il presidente della Consulta, si lega alla questione della particolare rigidità dei parametri di accreditamento e del catalogo dei servizi.
Rigidità, ha detto Tonelli, che impediscono di impiegare persone che avrebbero la sensibilità ma non il diploma specialistico previsto. Eppure, la storia del welfare dimostra che avere persone vocate dà un valore aggiunto alla qualità al lavoro. Un principio ancora più vero in un’attività di assistenza e sociale nella quale le capacità di relazione sono fondamentali.
Quindi, per Paolo Tonelli, deve essere data a coop e enti del Terzo settore la possibilità di far lavorare persone che hanno passione accompagnandole in un percorso di formazione e certificazione. Le separazione introdotta due anni fa dalla Consulta tra mercato e servizi sociali ha tagliato la strada al “mercatismo” aprendo quella della coprogettazione che deve partire dalle esigenze del territorio. Esigenze che si scontrano con la rigidità di accreditamento e del catalogo. Tonelli ha concluso affermando che ci sono stati incontri con l’assessorato positivi, anche per la costante presenza dell’assessora Segnana, e al tavolo tecnico aperto ieri si sono stati fatti passi avanti. Un processo che però ha bisogno anche un intervento del legislativo.