Su Radio Anaunia il saluto di Chico Forti alla Val di Non
Cles. «21 anni che non vedo un tramonto, 21 anni che non vedo la luna, 21 anni che sogno la libertà». Sono ormai 21 anni che il trentino Enrico Forti, conosciuto da tutti come Chico, è rinchiuso in...
Cles. «21 anni che non vedo un tramonto, 21 anni che non vedo la luna, 21 anni che sogno la libertà». Sono ormai 21 anni che il trentino Enrico Forti, conosciuto da tutti come Chico, è rinchiuso in un carcere di massima sicurezza della Florida, con un’accusa di omicidio per la quale si è sempre dichiarato innocente.
Numerose trasmissioni radiofoniche e televisive, tra cui l’emittente americana CBS e “Le Iene” su Italia 1, hanno riservato intere puntate e reportage giornalistici alla vicenda. Anche Radio Anaunia ha voluto dedicare al caso uno speciale all’interno della trasmissione “Tempo Reale”, condotta da Alessandra Demagri e Giulia Stringari. Il programma è stato possibile grazie alla collaborazione di Matteo Lorenzoni, co-conduttore per l’occasione, che da mesi sta organizzando l’iniziativa entrando in contatto con lo zio Gianni Forti, con gli amici più intimi e con lo stesso Chico. Chico che, con un’e-mail molto commovente, ha voluto portare il suo saluto alla Val di Non.
Il programma andrà in onda su Radio Anaunia giovedì sera alle 18 e in replica sabato mattina alle 9 sulle frequenze 103.9 (Valli del Noce), 99.6 (Val di Sole) e 104.8 (Piana Rotaliana) e sul sito www.radioanaunia.com.
Durante la puntata si potrà ascoltare la voce di Gianni Forti, in prima linea da 21 anni insieme alla compagna Wilma per la liberazione del nipote, di Lorenzo Moggio, amico da sempre di Chico e responsabile del comitato “Una chance per Chico”, e di Paola Sartori, referente provinciale del gruppo “L’onda di Chico”.
«Mi chiedi se conosco la Val di Non… è come chiedere a un trentino se abbia mai mangiato una mela – scrive Chico in una lettera inviata pochi giorni fa a Matteo Lorenzoni –. Ho insegnato in una piscina comunale in un paesino che inizia con la “r” e ha poche lettere, forse Revò? Prendevo la Trento-Malé e poi mi venivano a prendere; ero supplente di educazione fisica al liceo e aiutavo il prof. che faceva le lezioni, credo si chiamasse Dallago. Era impegnativo, perché erano lezioni di nuoto inclusivo per bambini minorati fisicamente. Erano dolcissimi, si erano stra-affezionati a me e io a loro. Mi ero diplomato appena l’anno precedente, immagina i visi dei colleghi, che l’anno prima erano miei insegnanti. Amo tutte le valli del Trentino, è sempre rimasta la mia terra, non importa in quale continente mi trovassi. Un bacione all’intera tribù trentina. Chico». F.B.