Sistemazione di Malga Clesera, ora il Comune di Cles punta ai fondi del Pnrr
Nel 2022 all’asta 3200 metri cubi di legna.
TRENTO. Anche per le malghe i soldi europei del Pnrr (il piano nazionale di ripresa e resilienza) rappresentano un’opportunità unica.
E’ il caso di Malga Clesera in val di Non, la cui sistemazione è da anni tra gli obiettivi del Comune di Cles. Ci sarebbero già i fondi a bilancio e si potrebbe andare a gara per l’appalto ma, e qui sta la novità, l’intervento potrebbe essere finanziato anche coi fondi del Pnrr. “È dunque doveroso provare a intraprendere questa strada che ci permetterebbe, se la domanda dovesse essere accolta, di liberare risorse per altre opere", ha detto il vicesindaco Massimiliano Girardi intervenuto durante la sessione forestale di Cles, appuntamento solitamente aperto al pubblico che però, causa Covid, da due anni si svolge coinvolgendo solo i relatori.
In accordo col servizio forestale, il Comune punta nel 2022 a sistemare le strade forestali, in particolare quelle che serviranno alle ditte che taglieranno il legname. Proprio da questo settore, lo scorso anno, si è generata un’entrata importante “che ci ha permesso, tra le altre cose, di non alzare le tasse ai cittadini clesiani. Nel 2021 sono stati venduti all’asta 5.000 metri cubi di legna, per il 2022 la quota è fissata attorno ai 3.200”, spiega il vicesindaco.
Tra gli interventi del 2021 va ricordata la cementazione della strada “Lavinaccia” che collega Caltron con il Bersaglio. Questa strada necessitava di importanti e costose manutenzioni annuali, per la forte pendenza e per l’assenza di un sistema di regimazione delle acque. Per lo stesso motivo è stato cementato un ulteriore tratto della strada di montagna di Mechel. Si è proceduto inoltre all’installazione di un nuovo sistema di pompaggio dell’acqua a servizio dei pascoli della Malga Malgaroi.
Il Covid ha limitato attività come i tradizionali campeggi sulla Malga Malgaroi e i consueti ritrovi in Boiara Bassa o in Verdè. L’entrata in vigore del Piano Edilizio Montano (cosiddetto Piano Baite) ha suscitato invece un certo interesse e un’indubbia vivacità nello stimolare i privati al recupero dei vecchi ruderi e dei manufatti, molto spesso trascurati e sgradevoli alla vista, da portare a nuova vita nel rispetto delle tecniche costruttive tradizionali. L’obiettivo è anche ripristinare il paesaggio tradizionale, con pascoli e radure che si alternano ai boschi.