«Patrimonio Unesco, S. Romedio lo merita più di altri»
San romedio. “Fa piacere leggere le notizia del rilancio del progetto relativo alla proposta (non nuova!) di assegnare al Patrimonio Unesco il sito del Santuario di S. Romedio nel comune di Predaia....
San romedio. “Fa piacere leggere le notizia del rilancio del progetto relativo alla proposta (non nuova!) di assegnare al Patrimonio Unesco il sito del Santuario di S. Romedio nel comune di Predaia. Certo che questa idea è favorita in questo momento di pausa e di riflessione dalla stasi e dalla pandemia del Covid-19 e questo fa pensare che il tema tiene ancora banco. Per questo motivo qualcuno ha voluto cavalcare un progetto che noi avevano ampiamente proposto, discusso ed elaborato qualche anno fa sia in ambito comunale che provinciale”. Lo scrivono in una lettera al Trentino due professionisti nonesi, l’ingegner Mauro Schwarz di Smarano e il geologo Armando Chini commentando l’impennata che l’idea di proporre San Romedio patrimonio Unesco sta avendo in questi ultime settimane.
“Forse i tempi non erano ancora maturi – proseguono Chini e Schwarz - o l'idea ed il tema precorrevano i tempi, fatto sta che dopo pochi anni si ritorna sullo stesso argomento nella speranza di trovare nuove sinergie al fine di concretizzare un percorso valido a conseguire il tanto meritato titolo da assegnare al Patrimonio Unesco il Santuario di S. Romedio”. Prova concreta delle iniziative intraprese a suo tempo, è stata l’organizzazione di un viaggio studio autofinanziato al monastero di Müstair nella Svizzera orientale ai confini con l’Alto Adige. Questo sito, recentemente inserito nel Patrimonio Unesco, è subito sembrato utile per un confronto con la nostra realtà. La comitiva composta da circa 40 persone fece una approfondita visita al monastero ricavando utili elementi ed analogie per tradurre in S. Romedio lo stesso percorso di inserimento nel Patrimonio Unesco. “Il confronto tra le due realtà appariva subito impari e del tutto a favore del nostro santuario” - sottolineano i due tecnici. Il Santuario di S. Romedio costituisce infatti un esempio straordinario di tipologia edilizia di insieme architettonico e/o tipologico e di un paesaggio che illustra più fasi nella storia umana della Val di Non. Un santuario unico nella storia europea, unico nella sua architettura, con risonanza a livello europeo ed in particolare nel nord Europa sino dalle sue origini.
“Storia, religione, ambiente, sono considerati per il popolo tedesco elementi fondanti di una cultura, analogamente a quanto ha rappresentato S. Francesco per l’Italia. L’eremo di San Romedio fa parte integrante della cultura Anaune. La sua nascita è legata strettamente alla peculiarità del nostro territorio.
Dalla morfologia della valle nascono infatti molti castelli (Castel Thun, Castel Valer, Castel Bragher, Castel Cles, Castel Belfort, ecc.) per la presenza di numerose forre e canyons che hanno contribuito alla loro diffusione selettiva in tutta la valle. Tutto questo ha favorito il passaggio di personaggi di spessore spirituale ed umano notevole come gli eremiti”.
La storia sociale ed economica della valle di Non – concludono Chini e Schwarz - si collega strettamente con la vita religiosa dei numerosi luoghi frequentati da eremiti - vedi Eremo di S. Biagio, Eremo di S. Gallo, Eremo di S. Pangrazio, Eremo di S. Giustina. Per questo il santuario di San Romedio non sarà più considerato come un’entità isolata, ma parte di un’offerta di percorso innovativa ricca di spunti e di contenuti tecnologici ed ambientali già adottati con notevole successo in altri siti analoghi”. G.E.