Le streghe sono tornate e a Coredo rivive la storia 

Inaugurata la mostra con un nuovo quadro di Danilo Pozzati sull’inquisizione E oggi davanti al palazzo Nero va in scena la ricostruzione di un processo


di Giacomo Eccher


COREDO. «Un quadro dove le emozioni dei particolari scenografici e dei volti si mescolano alla storia tragica della buia pagina dell’inquisizione in valle di Non». Così la speaker Ivana Rizzardi ha introdotto l’affollata cerimonia di inaugurazione della mostra di Danilo Pozzati su “La stupenda inquisizione d’Anaunia” che è visitabile a Casa da Marta fino al prossimo 16 settembre. Cuore dell’esposizione, nell’antica stube del palazzo, un dipinto che il noto pittore di Bresimo ha dedicato proprio alla vicenda delle donne (ma anche qualche uomo) accusate di stregoneria ed andate al rogo a Coredo nei primi anni del ‘600.

E oggi alle 20.30, davanti al Palazzo Nero, il Gruppo filodrammatico coredano in collaborazione con il gruppo teatrale “Moreno Chini” e Stradanova Slow Theatre ridaranno vita a un processo dell’inquisizione.

Tragici eventi di cui rimangono, come monito, gli atti dei vari processi che in quegli anni bui si sono celebrati a Coredo e quindi a Castel Nanno, sul versante opposto della valle. Dieci persone, sette donne e tre uomini, furono strangolati e poi bruciati sui roghi davanti al “Palazzo Nero” di Coredo e altri diciannove furono condannati a pene pecuniarie o corporali, con l’accusa di essere possedute dal demonio e di aver per questo avvelenato alcuni abitanti del paese, tra cui anche bambini o di aver provocato una serie di catastrofi atmosferiche e di epidemie.

L’abilità, e l’arte di Pozzatti, si rivelano nel dipinto, appositamente commissionato dal Comune di Predaia, in cui viene fissato l’attimo dell’evento in un condensato di personaggi e di scene fedelmente riprodotte. Sulla sfondo del rogo, Palazzo Nero che con la sua imponente e cupa mole sovrasta la piazza brulicante di popolani inorriditi che assistono all'evento mentre in alto nel quadro, a dominare la scelta con una lunetta illuminata, c’è l'antica chiesa del cimitero di Coredo, come un lontano monito.

«Mi è costato molta fatica e tempo per la preparazione. Infatti ho voluto calarmi a 360 gradi nell’atmosfera del momento storico per dare rappresentazione visiva il più possibile fedele delle documentazioni che ci sono state tramandate di quell’evento», ha detto l’artista ovviamente compiaciuto di quest’opera che rimarrà in modo perenne nella collezione comunale di Casa da Marta proprio come si fa con un documento storico, da conservare e tramandare.

Alla presentazione della mostra (visitabile come detto fino a domenica 16 settembre con orari da martedì a giovedì dalle 16 alle 18.30 e da venerdì a domenica anche dalle 20 alle 22, lunedì chiuso) sono intervenuti il sindaco di Predaia, Paolo Forno, con l’assessore comunale alla cultura Elisa Chini. È stato infatti il comune di Predaia (peraltro su input del bibliotecario di Taio Claudio Travaglia) a voler realizzare un’opera che fissasse sulla tela (in questo casa una lastra di rame, come usa Pozzatti per i suoi quadri più preziosi) l’esatto momento del rogo di circa 400 anni. Coredo come si sa fu sede della cosiddetta “Inquisizione d'Anaunia” che, a partire dal 1611, fu teatro di un lungo e straordinario processo di stregoneria dal tragico epilogo. Nel XV secolo il paese fu capoluogo del distretto, vi risiedeva l’assessore e ivi si riuniva la corte di giustizia.

«Vicenda giustamente da ricordare ma non da giudicare perché figlia di un’altra epoca e di un’altra cultura e sensibilità», ha commentato il giornalista Alberto Mosca anticipando il senso della conferenza pubblica che venerdì 31 agosto, sempre a casa da Marta a Coredo alle 20.30, analizzerà quella tragica pagina dell'Inquisizione.

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