I pasti dell’orso assicurati anche per quest’anno 

San Romedio. Il Comune di Predaia conferma l’incarico di “vivandiere” al forestale Fausto Iob «Ormai mi riconosce già dai passi nel parcheggio. Con lui sono tranquillo perché lo rispetto»


Giacomo Eccher


Predaia. Sarà ancora Fausto Iob a far sì che l’orso bruno ospitato nell’area faunistica di San Romedio goda di buona salute. Lo ha deciso il Comune di Predaia con una determina della segretaria Michela Calovi che ha confermato per il 2021 l’incarico al custode forestale comunale. Iob lo svolgerà, come in passato, per conto della Comunità della Val di Non, fuori dell’orario di lavoro e senza utilizzare strutture e mezzi dell’ente. Una conferma scontata per il forestale che da Cunevo, il paese in cui abita, ogni giorno da quasi 27 anni raggiunge la Predaia, dove è impiegato come custode forestale dei boschi di Coredo e Tavon e quindi anche San Romedio.

Con il grosso plantigrado, oltre 3,5 quintali di peso, Iob ha un legame ormai più che duraturo essendone il vivandiere fin da quando, l’11 marzo 2013, l’orso era arrivato all'eremo noneso direttamente dall'Abruzzo. «Ormai mi riconosce già dai passi nel parcheggio, e anche se è un animale con una forza incredibile e quindi pericoloso, accanto a lui mi sento tranquillo perché mi so comportare con rispetto» – afferma. Il suo incarico si svolge anche in pieno inverno e con qualsiasi condizione: quest’anno il santuario e il recinto dell’orso sono letteralmente sommersi dalla neve. «L’orso è in letargo leggero, l’inverno è lungo e deve essere alimentato ogni due-tre giorni per permettere alle riserve di grasso accumulate di farlo sopravvivere fino a primavera. La tana è fredda e il letargo è più che altro un dormiveglia, non uno stato vegetativo come si potrebbe supporre» - spiega Iob. Anche la prima domenica dell’anno il forestale si è regolarmente recato sul posto a portare il pasto al grosso plantigrado, che per la gioia degli avventurosi che hanno raggiunto l’eremo è uscito dalla tana per pochi metri, come documenta l’immagine presa dal sito della Pro Loco di Coredo.

L’inverno 2021 a San Romedio si preannuncia lungo e silenzioso e, causa Covid, non sarà nemmeno interrotto dalla tradizionalmente gioiosa ed affollatissima festa del santo che cade il 15 gennaio. Per l’epidemia la sagra – come anticipa il priore padre Giorgio Silvestri – rispetterà infatti solo il programma religioso, con le messe alle 9, alle 11 e alle 16, ma niente trippe, uno dei motivi per cui ogni anno nel cuore dell’inverno all’eremo arrivavano centinaia di persone. «Un recupero della dimensione spirituale rivolto alla popolazione locale, con possibilità di visite personali per la preghiera» - dice il priore. E spiega: «L’accesso ai riti a San Romedio è libero come il resto dell’anno nelle chiese con le precauzioni ed i distanziamenti imposti dalla pandemia». Un contingentamento di fatto agevolato quest’anno dalla grande nevicata (anche se la strada di accesso da Sanzeno è regolarmente transitabile fino al parcheggio superiore), ma non sono pochi i residenti che raggiungono il santuario con sci e ciaspole nei giorni festa per le messe delle 9 e delle 11 e nei giorni feriali alle 16.

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