Dimaro, la Provincia acquisirà l'area devastata dal maltempo
Piano per la messa in sicurezza: entro settembre saranno investiti 100 milioni. Dieci degli edifici danneggiati saranno recuperati. LE IMMAGINI del disastro
TRENTO. La Provincia di Trento acquisirà e metterà in sicurezza l'area devastata a Dimaro, dove maggiori sono stati i danni causati dal maltempo di fine ottobre. Entro settembre verranno investiti più di 100 milioni di euro. Lo ha annunciato oggi il presidente della giunta, Maurizio Fugatti, intervenuto assieme all'assessora all'agricoltura, foreste, caccia e pesca, Giulia Zanotelli, alla riunione della commissione speciale di studio sul maltempo del Consiglio provinciale.
«Se alla Provincia è stato riconosciuto dal governo nazionale un intervento triennale di circa di 220 milioni - ha aggiunto Fugatti - è stato perché le nostre strutture hanno saputo gestire e rendicontare bene queste risorse, che altrimenti sarebbero state assegnate ad altri territori».
Sullo stato di avanzamento degli interventi previsti dal Piano d'azione, l'ingegner Raffaele De Col ha annunciato che si è conclusa l'istruttoria delle domande relative ai danni subiti dalle automobili e che sono costantemente monitorate le domande riguardanti le abitazioni, le attività produttive e l'agricoltura.
La Provincia sta poi progettando la sistemazione definitiva del corso d'acqua all'origine dei danni arrecati al paese. Sono state anche definite le aree che nel futuro non più utilizzate per la residenzialità. Inoltre si è stimata la possibilità di riutilizzare gli edifici danneggiati, 10 dei quali saranno recuperati. In ogni caso la Provincia acquisirà tutta l'area devastata dall'alluvione di fine ottobre, che sarà destinata totalmente al verde e alla tutela del territorio.
Tutti questi interventi a Dimaro richiederanno un anno e mezzo di lavoro, ma i primi risultati si potranno vedere già nel giugno 2019. L'assessora Zanotelli ha ricordato il Piano d'azione messo in campo dalla Provincia coinvolgendo le ditte trentine attive nel settore del taglio, del trasporto e della lavorazione del legno degli alberi schiantati, e ha infine spiegato che «oggi i ragionamenti riguardano anche la prospettiva della piantumazione dei boschi rasi al suolo, ma anche del recupero di prati e pascoli».