Castel Belasi ha riaperto le porte 

L’inaugurazione. Sabato sera il taglio del nastro con tantissima gente di Campodenno che ha riempito la corte del maniero ritornato patrimonio  della comunità di tutta la Bassa Anaunia. Il sindaco Biada: «Vogliamo sviluppare una proposta in ambito turistico in connubio con l’agricoltura»


Fabrizio Brida


Campodenno. La preziosa collezione dei castelli della Val di Non si è arricchita di un nuovo gioiello: Castel Belasi, splendido maniero medievale incastonato tra i monti e i meleti di Campodenno, sabato sera ha aperto per la prima volta il suo portone d’ingresso al pubblico. A varcare la soglia, la stessa che nei tempi che furono fu attraversata da dame in carrozza e cavalieri a cavallo, c’era la gente di Campodenno, curiosa e felice di poter finalmente vivere i suo castello. Ma anche molte autorità a dare ancora più lustro a un momento così importante e tanti cittadini nonesi che non si sono voluti perdere questo appuntamento con la storia.

Restauro lunghissimo

Sì, perché dopo quasi 20 anni di lavori di restauro, fortemente voluti dall’amministrazione comunale di Campodenno con il sostegno della Provincia di Trento e il contributo del Bim dell’Adige, Castel Belasi si è potuto svelare in tutta la sua rinnovata bellezza.

Come detto, all’evento inaugurale erano presenti numerose autorità, tra cui la giunta comunale di Campodenno, il vicepresidente provinciale Mario Tonina, il presidente del Bim dell’Adige Donato Preti, il presidente dell’Apt Val di Non Lorenzo Paoli, i consiglieri provinciali Paola Demagri, Denis Paoli e Lorenzo Ossanna, l’ex senatore Franco Panizza.

Momento storico

«È con grande emozione che inauguriamo Castel Belasi – ha esordito il sindaco di Campodenno Daniele Biada, che ha voluto ringraziare i suoi assessori Ivano Pezzi prima e Oscar Pedò poi e gli uffici comunali per il grande operato –. Il percorso che ha portato il castello a nuova vita è stato lungo e impegnativo, ora l’intento è quello di far vivere il maniero alla comunità e di sviluppare una proposta in ambito turistico, magari in connubio con l’agricoltura».

Anche il vicesindaco Oscar Pedò e il suo predecessore Ivano Pezzi hanno espresso tutta la loro soddisfazione nel vedere la corte del castello piena di gente. «Aspettavamo da tempo questo momento – hanno ricordato nel ringraziare Provincia e Bim per il sostegno –. In tutto sono stati spesi quasi 10 milioni di euro. Una delle sale principali sarà intitolata a Giuseppe Negri, compianto ex presidente del Bim».

Il soprintendente provinciale per i beni culturali Franco Marzatico ha sottolineato invece l’aspetto culturale che sottende alla possibilità di visitare il castello, in «un’ottica di coltivazione non solo di meleti, ma anche di cultura. Una nuova opportunità di condivisione sociale, di sviluppo e di crescita».

È stata quindi la volta della benedizione del castello da parte di don Alessio Pellegrin, prima del taglio del nastro e del passaggio delle “frecce tricolori” con cui è stata scritta la prima, importantissima pagina di una nuova era per Castel Belasi.













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