Addio Silvio Chini, politico cooperatore, devoto a Kino 

Segno. “Lònc”, come tutti lo chiamavano, si è spento nella sua casa a 92 anni. Ha dato vita all’Associazione Padre Chini, è stato assessore comunale e fondatore del magazzino ora Cocea


Giacomo Eccher


Segno. Si è spento serenamente, nella sua casa di via Sonora a Segno, Silvio Chini. Aveva 92 anni. Personaggio notissimo non solo nell’ex Comune di Taio e ora Predaia, Silvio Chini (detto “Lònc’”, per distinguerlo dal compaesano omonimo quasi coetaneo ma molto più piccolo) ha interpretato una parte significativa della crescita economica, ma anche amministrativa e culturale del suo paese, di cui si sentiva orgoglioso testimonial.

La sue eredità più evidente e nota, forse perché l’ultima, è l’Associazione Padre Eusebio Francesco Chini che ha fondato, con 17 amici, nel 1992 all’indomani dell’inaugurazione, nella piazza di Segno, della maestosa statua equestre donata dalla città di Tucson, Arizona, e a dedicata al missionario padre Eusebio Chini, Kino. Attorno a quel monumento è poi sorto l’attuale museo, un gioiello prezioso che lega il Trentino al Messico e al Nuovo Mondo, e quindi, anch’esso voluta fortemente dal Silvio anche con impegno economico personale, il grande gruppo bronzeo scolpito da Livio e Giorgio Conta che è posizionato all’incrocio di Segno della SS 43 della val di Non.

Nella sua lunga vita Silvio Chini ha lasciato una forte impronta indelebile anche in altri settori ad iniziare nell’attività amministrativa (è stato a lungo assessore e rappresentante di Segno, la frazione più popolosa dell’ex comune di Taio), ma soprattutto nella cooperazione. Nel lontano 1967 è stato tra i fondatori e primo presidente, per oltre vent’anni, della CoFca (Cooperativa Frutticoltori Centro Anaunia) uno dei primi grandi magazzini (ora Cocea) di Melinda che nel corso dei decenni si è evoluto diventando, per la sua centralità, un polo agricolo d’eccellenza di livello provinciale con Mondo Melinda e Trentingrana. Grandi opere dunque ma accanto a queste ha sempre svolto un ruolo di leader e di trascinatore nella comunità guardando sempre avanti.

Devotissimo di padre Eusebio Chini, nei primi anni Duemila ha guidato vari pellegrinaggio Oltreoceano per rinsaldare i vincoli della sua associazione con i tanti devoti messicani ed americani di padre Kino e seguiva con grande passione gli sviluppi della causa di beatificazione del grande missionario trentino che è in fase di avanzamento nelle stanze vaticane. «Devo rimanere in forze, padre Eusebio mi aiuta perché questo traguardo va raggiunto», ripeteva già molto anziano nei sui incontri con chi, anche da molto lontano, voleva conoscere la storia di padre Kino. Tre anni fa aveva sofferto per la perita della moglie Franca, e da allora aveva via via “tirato i remi in barca”, come diceva lui stesso, ma senza mai smettere di informasi.

«La beatificazione non è riuscito a vederla ma almeno ha avuto la soddisfazione della proclamazione a “venerabile” decisa da papa Francesco», commenta Alberto Chini attuale presidente dell’Associazione Chiniana di cui Silvio era tutt’ora presidente onorario. «Impossibile riassumere in poche parole quello che Silvio ha significato per l’Associazione e per Segno: poso dire che ha dedicato tutta la vita a far conoscere padre Eusebio e su questo obiettivo non vedeva ostacoli nel senso che riusciva sempre a raggiungere gli obiettivi ciò che voleva grazie al suo grande impegno personale e l’auto del fratello padre Aurelio, monaco dei Servi di Maria. Molti reperti anche molto preziosi li ha recuperati e donati lui stesso al museo. Una vita da generoso – conclude Alberto Chini - e la sua scomparsa lascia un grande vuoto nel paese». Martedì pomeriggio i funerali nella sua Segno.













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