Uova, miele, vino e altre prelibatezze
LASINO. È stato un vero successo la manifestazione, organizzata la domenica delle Palme dal Museo della Dòna de ‘sti ani dell’associazione culturale Retrospettive, negli spazi espositivi della...
LASINO. È stato un vero successo la manifestazione, organizzata la domenica delle Palme dal Museo della Dòna de ‘sti ani dell’associazione culturale Retrospettive, negli spazi espositivi della mostra permanente per rievocare l’antica tradizione paesana pasquale del “tiro ai ovi”. Una cinquantina di persone dai bambini agli adulti, suddivisi in squadre di 4/5 componenti, si sono cimentate con spirito goliardico in questa gara, riscoprendo dopo alcuni tiri di rodaggio una particolare abilità nel riuscire a conficcare ad una distanza di circa 3 metri una moneta in un uovo sodo appoggiato verticalmente al muro. La nota di fondo rimane comunque - al di là della riscoperta da parte dell’associazione Retrospettive non solo attraverso un’intensa attività editoriale di ricerca storica, ma mediante l’organizzazione di vecchie tradizioni popolari – l’importante finalità di aggregazione comunitaria del paese, che può essere favorita dalle ricorrenze in calendario. Domenica nel contesto dell’appuntamento c’è stato anche un momento ricreativo: fra un tiro e l’altro i concorrenti hanno approfittato per deliziare il palato con gustosi assaggini di prodotti locali, non solo i soliti insaccati, ma anche bocconcini a base di pane con olio di oliva, coltivato sulle colline della valle, e miele nostrano degli alveari di Castel Madruzzo. Quest’ultima specialità sposa pienamente, anticipandola di alcuni giorni rispetto al sabato santo, l’antica tradizione, dato l’apparentamento fra calendario rurale e religioso, della celebrazione delle “glorie pasquali”: ossia il rito liberatorio, a conclusione dei 40 giorni di penitenza della Quaresima, di un ritorno alla vita più godereccia, gustando in compagnia qualche prelibatezza e soprattutto un buon bicchiere di vino bianco Nosiòla, che era il vitigno fra le uve bianche più diffuso in zona, anche perché dall’appassimento di queste uve si ottiene il famoso Vino Santo. E non a caso proprio domenica pomeriggio alla cantina Pisoni di Pergolese si è svolto il rito della spremitura delle uve Nosiòla, dopo quasi 5 mesi di appassimento sulle “arèle” (graticci). Visto il successo della manifestazione già si pensa all’edizione del prossimo anno, arricchendola di nuove proposte. (m.b.)