Muri a secco patrimonio Unesco La Val di Cembra punta a Roma
Il comitato costituito poche settimane fa per ottenere il riconoscimento nazionale del valore storico del paesaggio rurale ora ha un elemento in più per sostenere il progetto al ministero dell’agricoltura
VAL DI CEMBRA. L’arte del costruire i muretti a secco è stata inserita nella lista degli elementi immateriali dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco. La notizia – ufficializzata attraverso Twitter e diffusa dai giornali online di tutta Italia – è arrivata ieri anche in val di Cembra, dove da tempo ci si sta battendo per valorizzare questo elemento tipico del paesaggio locale. Anche con un nuovo comitato, nato da poche settimane e che punta a un riconoscimento nazionale del valore storico del paesaggio rurale della val di Cembra.
Innanzitutto però occorre una precisazione: il riconoscimento dell’Unesco non è strettamente legato alla sola val di Cembra o a qualsiasi altro territorio. Non si riferisce ai muretti a secco come bene fisico, ma in generale all’arte della loro costruzione: un bene immateriale, appunto. Non è in sostanza un riconoscimento analogo a quello ottenuto nel 2009 dalle Dolomiti, anche perché alla base c’è una convenzione diversa (quella del 1972 per le Dolomiti e quella del 2003 per l’arte di costruire i muretti a secco). Ma è comunque una notizia positiva.
In val di Cembra questa è una tradizione antica, trasmessa di padre in figlio e concretizzata in chilometri e chilometri di terrazzamenti. Il riconoscimento dell’Unesco è un elemento in più, che dà nuova linfa al progetto che si sta concretizzando proprio in questi giorni. «È nato un nuovo comitato – spiega Simone Santuari, presidente della Comunità di valle – che punta al riconoscimento, da parte del ministero dell’agricoltura, della Val di Cembra come paesaggio rurale storico, partendo proprio dalla promozione dei muretti a secco». Oltre alla Comunità di valle, riunisce i comuni e alcuni privati: come le cantine, l’Apt, la Strada del vino e il consorzio “Cembrani doc”. Il presidente sarà molto probabilmente Damiano Zanotelli, sindaco di Cembra Lisignago. «Nei prossimi mesi lavoreremo a un dossier per sostenere la nostra candidatura – dice Zanotelli –. Il riconoscimento del ministero porterebbe poi in futuro a una serie di agevolazioni per la valorizzazione del territorio». Anche perché in passato i muretti a secco erano un’esigenza dettata da motivi economici: servivano per coltivare la vite sui terreni impervi della valle. Senza dimenticare ovviamente l’aspetto geologico, di contrasto alle piccole frane.
In futuro potranno diventare invece un volano per il turismo. «Per questo ogni riconoscimento è importante – dice Santuari –. Quello dell’Unesco, anche se non è strettamente legato al nostro territorio. Quello del ministero, se riusciremo ad ottenerlo. Sono tutte occasioni per mettere in vetrina la bellezza del nostro paesaggio». «E ricordarci – conclude Zanotelli – il valore di quello che è stato fatto in passato». Anche perché ogni anno servono nuovi interventi di manutenzione per evitare che questo patrimonio finisca perduto.