I bambini delle elementari incontrano due rifugiati
SOVER. Nel Giorno della Memoria, alunni e insegnanti della scuola primaria del comune, con autorità e ospiti, hanno celebrato la ricorrenza, “per ricordare, per conoscere e non giudicare, contro...
SOVER. Nel Giorno della Memoria, alunni e insegnanti della scuola primaria del comune, con autorità e ospiti, hanno celebrato la ricorrenza, “per ricordare, per conoscere e non giudicare, contro ogni pregiudizio”. Nell’occasione hanno incontrato alcuni i rifugiati politici che risiedono a Baselga di Piné. La proposta, sostenuta dall’assessore alle attività sociali del Comune, Daniela Santuari, è stata accolta con entusiasmo dalle insegnanti, che ormai da tre anni condividono con l’amministrazione un progetto nel quale i bambini sono chiamati a riflettere su varie tematiche sociali di attualità, tra quali c’è anche “Ricordare per…” Sul tema proposto, riferito al pregiudizio, a “ricordare per conoscere e non giudicare”, si è svolto un incontro nella sala consiliare del Comune, dove sono stati accolti Ibra e Pap, insieme ad Elisa, una volontaria di Baselga di Piné. I ragazzi hanno raccontato la loro esperienza, dalla decisione di fuggire dal Senegal, fino al loro arrivo in Italia.
Ai bambini è stato poi spiegato che ricordare gli errori degli uomini del passato è importante perché l'orrore della Shoah non si debba più ripetere. Purtroppo oggi nel mondo molti uomini sono costretti a fuggire dalle proprie case, abbandonare le proprie famiglie, genitori, mogli, figli, fratelli e amici perché la loro vita è in pericolo. Decidono così di affrontare un viaggio altrettanto pericoloso, ma nella speranza che può esserci una via di salvezza. Arrivare in Italia per queste persone non è una vacanza, ma una fuga da morte certa. Pensare poi di dover vivere in un luogo dove sei solo, lontano dai tuoi affetti e dai tuoi cari, con la preoccupazione che loro stessi sono in pericolo di vita, ti senti giudicato e non accettato, e questa è un’ulteriore sofferenza.
Conoscere le storie di vita, di dolore, di violenze subite, di un viaggio definito da loro “One Way” (senso unico) è stato significativo per tutti, adulti e bambini, perché il messaggio è arrivato diritto al cuore. “Non possiamo cambiare il mondo o fermare tutte le guerre, ma possiamo però conoscere per non giudicare”. (f.v.)