la cerimonia

La storia di Fem, radici in Trentino e apertura al mondo

Concluse le celebrazioni per i 150 anni dell’Istituto agrario di San Michele. Inaugurata la nuova distilleria didattica e una bottiglia speciale dedicata a Bruno Kessler. Le sfide tra cambiamento climatico e sostenibilità (foto Fem)


Carlo Bridi


SAN MICHELE. Si sono concluse alla presenza massime autorità della Provincia, oltre agli amministratori ed ex amministratori le celebrazioni per i 150 anni dalla Fondazione dell’Istituto Agrario DI San Michele ora Fondazione Edmund Mach, che ha preso il nome dal primo grande direttore per oltre 25 anni, Edmund Mach appunto.

La solennità dell’evento è stata ricordata da tutti i relatori alla intensa giornata di celebrazioni iniziate con la messa e proseguite nell’Aula Magna di Fem, per concludersi al Campus, dove è stata inaugurata la nuova distilleria didattica e dove si è scoperta la botte del 150^ con scolpito dallo scultore cembrano Egidio Petri, l’albero della vita scelto dal comitato organizzatore per raffigurare idealmente il patto tra uomini ed alberi che ha sempre guidato l’attività di formazione e ricerca dell’Istituto Agrario.

Con l’occasione presente la famiglia di Bruno Kessler, presidente per quasi un quarto di secolo, l’uomo che ha dato una svolta storica all’Istituto assieme a Spartaco Marziani, oggi dimenticato nelle tante rievocazioni della giornata. Una bottiglia è stata dedicata a Bruno Kessler, con il doppio significato: i 100 anni dalla nascita e il suo ruolo all’Istituto Agrario. Si tratta di una bottiglia numerata contenete una selezione di vino Rebo, ottenuta da un vitigno inventato da Rebo Rigotti, grande ricercatore di Fem.

Il percorso del 150°ha visto nell’arco di 18 mesi la realizzazione di convegni, documentario, mostra e pubblicazione. La mostra dal titolo slogan delle celebrazioni, “Dalla Terra il Futuro”, aperta allo spazio archeologico del Sas, è stata prorogata di un mese fino al 27 ottobre.

Grande mattatore il prof. Attilio Scienza che con una dotta relazione ha presentato analiticamente la storia di Fem.

E veniamo alla celebrazione di oggi: la conferma dell’apertura internazionale di FEM è stata data con i significativi interventi dei rappresentanti dei tre istituti fondati nell’area tedesca nell’800, un po’ prima o un po’ dopo dell’Istituto Agrario di San Michele nato come si ricorderà con legge della Dieta di Innsbruck del 12 gennaio del 1874. Gli istituti gemellati sono: Rotholz, Parenzo, e Klosterneuburg.

Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, già studente a San Michele, 

ha ricordato come la storia della scuola sia “fortemente legata a quella del Trentino ma aperta al mondo sin dalla sua fondazione”. Una storia con le radici ben salde in Trentino ma che sempre ha saputo essere internazionale, grazie all’intuizione di affiancare alla scuola un’azienda agricola e la stazione sperimentale, e quindi la ricerca. Tre anime che nel tempo si sono consolidate caratterizzando l’offerta di questo istituto

diventato fra i più autorevoli in campo agrario.

L’assessora all’agricoltura Giulia Zanotelli ha sottolineato l’importanza della sinergia tra tutti gli attori del comparto per affrontare e vincere le sfide future. “Abbiamo degli obiettivi strategici per il comparto agricolo, uno di questi è rafforzare le sinergie con tutti gli attori del sistema, penso ai centri di ricerca trentini, ma anche al centro sperimentale di Laimburg”. Zanotelli ha poi ricordato alcuni dei grandi temi su cui lavorare, dal ricambio generazionale, all’abbandono delle terre alte, dalla sostenibilità economica alla gestione del rischio. Di lungimiranza dei fondatori ha parlato l’eurodeputato Herbert Dorfmann, che ha sottolineato l’importanza di un’adeguata formazione dei giovani che scelgono la professione agricola. Sostenibilità ambientale, cambiamenti climatici, possono essere affrontati solo da giovani preparati. Dopo altri interventi ha concluso il presidente della FEM, Mirco Maria Franco Cattani, che ha ripercorso con dovizia di dati storici i 150 anni di vita di San Michele, ricordando la lungimiranza, le conoscenze, le cognizioni del prof. Mach, che ha fatto la differenza. E il futuro? “Quello a cui noi tendiamo - ha ricordato il presidente -  deve presupporre una conoscenza della terra, della concretezza innata delle genti che la popolano e della loro determinata laboriosità.”

Fra le molte questioni da affrontare e risolvere la gestione della difesa delle colture agrarie con metodi e sistemi ad impatto limitato, se non nullo per l’ambiente. La lotta dunque alle fitopatie attraverso l’uso di nuove tecnologie di controllo integrato, come la lotta biologica e la biotremologia. Quindi la generazione di nuove varietà di vite: il presidente del consorzio di innovazione Giovannini ha ricordato a margine dell’evento che le varietà disponibili sono molte e di sicura produzione di qualità.













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