La prof è su Instagram, ma erano i suoi studenti
Un falso profilo creato con il telefonino dai ragazzi di una scuola media della città. In classe arriva la polizia: «Non si scherza». E la preside: «Ora fuori i colpevoli»
TRENTO. Altro che bravata, come hanno provato a definirla alcuni genitori: quanto è accaduto in una scuola media della città (di cui il Trentino ha scelto di non indicare il nome) sarebbe ai confini del codice penale, se non fosse che i ragazzi protagonisti di questo episodio (ancora ignoti) probabilmente non hanno ancora compiuto 14 anni.
Al centro della vicenda c’è l’uso spregiudicato del telefono cellulare con cui alcuni ragazzi hanno creato un falso profilo Instagram di un’insegnante (completamente ignara di quanto stava accadendo) per poi diffondere su internet immagini e filmati dei propri compagni e dell’attività scolastica. Sono stati proprio alcuni ragazzi (stupiti dell’attività “social” della prof) a chiedere spiegazioni alla docente. E a quel punto è saltato il palco ed è cominciata la caccia ai responsabili, con la polizia postale giunta in classe (una terza) per spiegare ai ragazzi che con certe cose non si scherza. Ma forse gli agenti avrebbero dovuto spiegarlo anche ai genitori, almeno quelli che - di fronte alle autorità scolastiche - hanno minimizzato: «Una bravata, non era il caso di chiamare la polizia».