L’Ispra rassicura sui cuccioli di Kj1, per la sterilizzazione c’è da aspettare: “Terreno sperimentale, mai tentato al mondo”
Le conferme arrivano dal Responsabile Fauna dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Gli orsetti staranno meglio in natura che in cattività, mentre per la sterilizzazione, i due hot topic di giornata – dopo l’abbattimento di Kj1, c’è da attendere il mondo scientifico, si sarebbe trattato di un unicum
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ROMA. La prima conferma è arrivata dal Responsabile Fauna di Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), Piero Genovesi: “Le probabilità di sopravvivere dei tre cuccioli di Kj1 sono abbastanza elevate, anche se non hanno la madre, quindi la raccomandazione che abbiamo espresso è quella di tentare il più possibile di lasciarli in natura monitorandoli".
La situazione sarebbe diversa nel caso di cattività: "Se invece venissero presi e messi in cattività il destino sarebbe quello di rimanere per tutta la vita in cattività", ha sottolineato Genovesi, “Documenti tecnici internazionali evidenziano come animali di 6-7 mesi, l'età che hanno adesso i cuccioli, abbiano buone possibilità di sopravvivere in natura ed è già successo in diverse occasioni" come per esempio per i cuccioli di Amarena, uccisa lo scorso anno in Abruzzo.
"Anche in quel caso - continua - di concerto col parco d'Abruzzo abbiamo suggerito di lasciarli in natura, sono stati monitorati, sono sopravvissuti e stanno bene quindi i cuccioli d'orso hanno una buona capacità di sopravvivenza, fermo restando che la mortalità nel primo anno anche quando sono accompagnati è sempre elevata" del 50%.
Che una parte degli incidenti con orsi legati a femmine con cuccioli sia più significativo rispetto ad altre situazioni, è chiaro, il punto potrebbe quindi essere di ridurli, “prevenendo la riproduzione delle femmine con comportamenti potenzialmente aggressivi”, spiega ancora Genovesi, ricordando però di come sia una novità nel settore, "E' un terreno totalmente sperimentale, mai tentato al mondo, che stiamo approfondendo su invito del ministro Pichetto e gli daremo le nostre valutazioni tecniche a breve", aggiunge Genovesi spiegando che è una soluzione "già analizzata nel caso di JJ4", l'orsa che uccise Andrea Papi.
È questa "una delle strade che stiamo approfondendo", spiega Genovesi. "È chiaro che in tutte le zone di presenza dell'orso la coesistenza è possibile, occorre però fare un'opera capillare di informazione, gestione delle situazioni problematiche, anche di monitoraggio per verificare se non ci siano casi di comportamenti potenzialmente pericolosi", poi l’invito a non idealizzare il modello abruzzese o ritenere quello trentino "tutto sbagliato".
Anche nello studio di fattibilità precedente alla reintroduzione in Trentino, fatto alla fine degli anni 90, "si era sottolineato l'importanza di fare tanta comunicazione e tanta prevenzione".v "Sicuramente la comunicazione è molto molto importante. Come pure la gestione corretta dei rifiuti, perché uno dei fattori scatenanti dei problemi, non in questo caso, ma che spesso abbiamo registrato, è se gli orsi imparano ad avvicinarsi all'uomo per trovare cibo, allora quello spesso porta problemi". Nel caso più recente, il turista francese, che sarebbe stato attaccato da Kj1, "ha avuto danni, tutto sommato, abbastanza limitati dall'attacco - per Genovesi - anche perché ha seguito tutti i comportamenti corretti nel caso di incontri con l'orso".
La conferma che Pichetto si sia messo poi a lavoro con Ispra per la sterilizzazione, arriva dallo stesso ministro: "Io ho richiesto a Ispra di darmi un piano di sterilizzazione nel più breve tempo possibile" per gli orsi. Lo afferma il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. "Il problema degli orsi in Trentino è molto più grande" della soppressione dell'orsa Kj1 "perché c'è una presenza in sovrannumero rispetto alle stime che hanno fatto" al momento della reintroduzione. Pichetto dice che "è da valutare anche la possibilità di utilizzare gli spray come arma di difesa e naturalmente poi di fondo che fare in modo ridurne il numero, fare in modo che non aumenti il numero perché il territorio non ne può sopportare oltre".