L’inflazione non si ferma più: a Trento più 9%
La città più cara d’Italia è Bolzano, ma Trento è (purtroppo) al secondo posto. Il calcolo dei consumatori: una famiglia spende oltre 3mila euro in più.
TRENTO. A maggio l'inflazione (+6,8% annuo) accelera in tutte le ripartizioni geografiche del Paese, confermandosi al di sopra del dato nazionale nelle Isole (dove passa da +6,9% di aprile a +8,1%) e nel Nord-Est (da +6,4% a +7,3%) e pari al dato nazionale al Sud (da +6,0% a +6,8%), mentre si posiziona al di sotto nel Nord-Ovest (da +5,6% a +6,6%) e nel Centro (da +5,7% a +6,5%).
E' quanto indica l'Istat diffondendo i dati definitivi sui prezzi al consumo a maggio.
E il dato più alto è quello del Trentino Alto Adige. In vetta c’è Bolzano con un secco (e pesante) più 9,1% più seguito a brevissima distanza da Trento (più 9).
"Un'emergenza nazionale" e "un disastro per i consumi": così i consumatori commentano il rialzo dell'inflazione a maggio, salita del 6,8% in un anno, e calcolano la nuova stangata per le famiglie che va dai 2.300 euro ai 2.700 euro l'anno per una coppia con due figli, secondo i dati dell'Unione nazionale consumatori e del Codacons.
E che tocca il picco, superando i 3.000 euro annui, per il Trentino Alto Adige dove l'inflazione corre di più. "Siamo in presenza di una vera e propria emergenza nazionale che avrà effetti pesanti sull'economia e sulle condizioni delle famiglie", afferma il Codacons.
L'inflazione accelera e tocca il massimo dalla fine degli anni Novanta. Spinta ancora dagli energetici ma anche dagli alimentari. Così non solo le bollette e i carburanti ma anche la spesa si fa più cara. A maggio, i prezzi al consumo registrano un aumento dello 0,8% su base mensile e del 6,8% su base annua (dal +6% di aprile), secondo il dato definitivo comunicato dall'Istat che lima la stima preliminare (+6,9%). La fiammata resta.
Dopo il rallentamento di aprile, l'inflazione torna ad accelerare salendo a un livello che non si registrava da novembre 1990, sottolinea l'Istituto di statistica.
Per il carrello della spesa bisogna andare indietro di 36 anni.