L’appello da Anbi: «Interventi straordinari per la prevenzione del cambiamento climatico»
La federazione di consorzi, sia dalla provincia di Trento che da quella di Bolzano, ha ricordato anche l’importanza della razionalizzazione idrica
TRENTO. Nel solo 2024, in Italia, si sono registrati danni causati dagli eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici: alluvioni, siccità, gelate, vento, grandine, per 9 miliardi di euro, mentre a livello europeo, si sono registrate perdite per 26 miliardi, all’anno. Partendo da questa realtà l’ANBI, ha chiesto nel convegno di ieri, a gran voce, interventi straordinari nel campo della prevenzione e mitigazione del global warming e della razionalizzazione idrica.
Il presidente Luigi Stefani, ha sollecitato anche di incentivare le manutenzioni, come pulizia degli invasi idroelettrici e nuove vasche di laminazione per creare zone di espansione in caso di piena dei fiumi. Ma in previsione di anni di siccità, ha sollecitato la realizzazione di nuovi bacini di contenimento idrico in quota. Di fronte a questa emergenza, i rappresentanti dell’ANBI del Trentino Alto Adige (Federazione Provinciale dei Consorzi Irrigui e di Miglioramento Fondiario, Consorzio di Bonifica Foce Isarco-Monte, Consorzio di Bonifica Foce Passirio-Foce dell’Isarco, Consorzio di Bonifica Monte-Salorno, Consorzio Trentino di Bonifica e Consorzio di Bonifica Val Venosta), hanno rilanciato l’importanza di nuovi interventi di adattamento all’emergenza climatica, per la difesa idrogeologica del territorio e la gestione razionale della risorsa idrica. In primo luogo l’appello è rivolto al Parlamento e al Governo nazionale. A tale riguardo viene rilevato come nella legge di bilancio del 2025 non vi sia traccia di questo cambiamento di prospettiva tanto che le risorse finanziarie stanziate sono solo quelle per le emergenze al Dipartimento della Protezione civile.
«Complessivamente – ha ricordato Stefani, i Consorzi della regione hanno messo in cantiere per i prossimi anni nuove opere di prevenzione e di irrigazione per circa 200 milioni di euro di investimenti. Negli ultimi anni, si sono fatti investimenti per 22 milioni di euro ai quali si sono aggiunti altri 55 in fase di ultimazione lavori. È necessario dare attuazione ai programmi di sviluppo prospettati dai Consorzi incentivando la manutenzione ordinaria e straordinaria delle fosse e dei canali di scolo, le opere relative alla prevenzione e protezione civile, nonché potenziando l’irrigazione di precisione.
È necessaria inoltre una strategia di sistema per garantire, attraverso specifici Piani irrigui, una politica di razionalizzazione e di protezione rispetto all’acqua attraverso la pulizia dei fondali dei bacini idroelettrici esistenti e la creazione di nuove zone di espansione lungo i fiumi della regione al fine di contenere eventuali piene ed assicurare l’accumulo idrico in quota della risorsa idrica. Si prospetta inoltre la necessità di aggiornare periodicamente la mappatura delle zone di rischio idrogeologico e di individuare una serie articolata di bacini di accumulo sia per garantire la sicurezza del territorio in caso di eventi calamitosi, sia per assicurare nei periodi di siccità la risorsa idrica per i fondovalle e le regioni confinanti”.
Nel corso della mattinata sono inoltre state presentate le opere più significative realizzate dai Consorzi aderenti ad ANBI regionale e i progetti più significativi messi in cantiere per i prossimi anni. Fra questi ricordiamo gli interventi di manutenzione lungo il bacino idrografico del fiume Adige realizzati dal Consorzio Trentino di Bonifica attraverso 30 stazioni di pompaggio, 70 paratoie di contenimento dell’acqua e la gestione di 170 chilometri di fosse e canali; opere ed attività che rivestono un ruolo essenziale sia sul versante della stabilità del territorio produttivo agricolo, sia nell’ambito della protezione civile.
«Complessivamente – ha ricordato il direttore dell’ente Michele Bernabè – il territorio di pertinenza del Consorzio ammonta a 20.000 ettari da Roverè della Luna a Borgo Sacco. In aggiunta all’importante funzione di bonifica idraulica, il CTB svolge anche un ruolo determinante nel campo dell’irrigazione. Fra gli interventi realizzati negli ultimi anni va ricordato quello portato a termine sul fondovalle dell’Adige fra Zambana, Nave San Rocco e Grumo con la copertura di 670 ettari con impianti razionali a goccia, sistemi di automazione e telecontrollo e l’impiego di decine di sonde per rilevare l’umidità del terreno ed il reale fabbisogno idrico. Opere che hanno comportato un investimento di 10.200.000 euro finanziati dal Piano di Sviluppo Rurale Nazionale.
Un altro importante progetto riguarda lo sviluppo irriguo della Val di Gresta portato a termine in collaborazione con i Comuni di Mori e Ronzo Chienis e i cinque Consorzi di Miglioramento Fondiario del territorio. Il progetto è stato finanziato dal PNRR con 10.800.000 euro che serviranno per irrigare 300 nuovi ettari di territorio grazie anche alla costruzione di un bacino di accumulo di 37.000 metri cubi, due serbatoi di riserva idrica per l’agricoltura e un nuovo serbatoio per l’acquedotto comunale. Arriva così a compimento un’opera che si aspettata da 40 anni, vanno inoltre ricordati i due nuovi impianti di lavaggio a circuito chiuso per mezzi agricoli realizzati a Mezzocorona e Lavis con investimenti rispettivamente di 550.000 e 360.000 euro. Il Consorzio ha previsto infine la costruzione di 6 nuovi lavaggi lungo l’intera asta dell’Adige per un investimento complessivo di 1.200.000 euro».
Molto importanti anche gli investimenti realizzati negli ultimi anni dalla Federazione dei Consorzi Irrigui e di Miglioramento Fondiario della Provincia di Trento che raggruppa 229 Consorzi di cui 211 di primo grado e 18 di secondo grado. «Questi Consorzi, ha ricordato il Presidente della Federazione Mauro Capra, gestiscono l’irrigazione su una superficie complessiva di 18.500 ettari. A testimonianza della piena sinergia relativa agli interventi di bonifica e di prevenzione, nel corso della conferenza stampa sono intervenuti anche i responsabili del Bacini montani delle Provincie autonome di Trento e Bolzano. Lorenzo Malpaga, Dirigente del Servizio Bacini Montani della Provincia autonoma di Trento, ha ricordato «l’importanza delle attività di prevenzione e di protezione fondate sulla costruzione di opere capaci di attenuare i danni causati dalle alluvioni. Nei prossimi anni la strategia più importante riguarderà l’attività di “preparazione”, finalizzata a maturare nella popolazione la consapevolezza dei rischi legati alla crisi climatica e la necessità di affidare la propria sicurezza non solo alle istituzioni pubbliche e private che operano nell’ambito della protezione civile, ma soprattutto ai comportamenti individuali e alla responsabilità personale di ciascun cittadino» e Fabio De Polo, Direttore dei Servizi Bacini Montani della Provincia autonoma di Bolzano.
(da sinistra in foto: Malpaga, Capra, Bernabè, Stefani, Nicolodi, De Polo)