In Trentino ci sono quasi 200 lupi e oltre 100 orsi
Il Rapporto grandi carnivori: 25 nuovi cuccioli d’orso nel 2022, i branchi di lupi sono 29. Un nuovo nucleo di sciacallo dorato in val di Fiemme dopo quello nel Lomaso. Liquidati 145mila euro di indennizzi
TRENTO. Quattordici cucciolate di orso, per un totale di circa venticinque nuovi nati lo scorso anno, portano il numero degli esemplari presenti in Trentino a superare certamente le cento unità. L'annuale Rapporto grandi carnivori, che dedica ampio spazio anche a lupo, lince e sciacallo dorato, fotografa la situazione a fine 2022: il documento tecnico è stato presentato oggi (7 luglio) dall'assessora provinciale alle foreste Giulia Zanotelli.
"I numeri dimostrano la necessità di proseguire lungo la strada tracciata dall'Amministrazione, con l'obiettivo di contenere la popolazione di orsi in Trentino, affinché questa presenza sia resa maggiormente compatibile con le attività antropiche”, ha osservato Zanotelli, ricordando l'azione diplomatica avviata dal Governo per i trasferimenti all'estero e l'impegno della Provincia nella definizione di un piano per la revisione della normativa di gestione.
Va detto che nel 2022 l'analisi di materiale genetico è stata eseguita con l'obiettivo di identificare i soggetti problematici ed è stata ampiamente impiegata la tecnica del fototrappolaggio. Il monitoraggio genetico intensivo, volto a determinare i principali parametri demografici della popolazione, viene condotto ad anni alterni e dunque a fine 2023 sarà eventualmente possibile confermare il trend di crescita.
I dati raccolti confermano la stanzialità delle femmine di orso, che occupano circa 1.700 chilometri quadrati nel Trentino occidentale, in leggera crescita rispetto al 2021. Spostamenti molto più lunghi vengono compiuti dai giovani maschi - con un’area che supera i 41mila chilometri quadrati - che tendenzialmente rientrano in Trentino per accoppiarsi.
Lupo
Nel 2022 il monitoraggio genetico è stato intensivo. Sono stati registrati 1.769 dati riferibili al lupo, come fotografie, prede, orme, peli, escrementi e danni. Questi dati consentono di stimare una consistenza minima di 29 branchi (3 nuove coppie rispetto allo scorso anno). È stata accertata la morte di 14 lupi, principalmente in seguito a investimenti stradali e ferroviari, ma va detto che all’interno di una popolazione che comincia ormai ad assestarsi su numeri relativamente consistenti, la mortalità assume una certa rilevanza, anche se per evidenti ragioni quella naturale è più difficile da rilevare.
Qui sotto la tabella sulla collocazione geografica dei branchi. Come si può vedere, 11 esemplari sono segnalati nei Lessini orientali e sul Latemar, 10 tra Bondone e Stivo, un'altra decina rispettivamente al Tonale, sui Lessini, sul Carega, in val Campelle-val Calamento.
Lince
L’unico esemplare certamente presente negli ultimi anni in provincia di Trento (a partire dal 2008) è il maschio denominato B132, proveniente dalla piccola e reintrodotta popolazione svizzera del Canton San Gallo.
Sciacallo dorato
Il dato più significativo è costituito dall’accertamento di un secondo nucleo riproduttivo in Val di Fiemme, dopo quello relativo alla zona del Lomaso.
Danni e prevenzione
L’attività di prevenzione al patrimonio agricolo, apistico e zootecnico continua a svolgersi principalmente secondo due linee di intervento: il finanziamento fino ad un massimo del 90% del costo delle opere o la loro concessione in comodato d’uso gratuito. Lo scorso anno sono stati accertati 440 danni da grandi carnivori (le denunce di danno sono state 461), dei quali 301 da orso e 139 da lupo; nessuno da lince e sciacallo dorato. I dati fanno registrare, rispetto al 2021, una sostanziale stabilità per l’orso e un calo del 15% per il lupo. Nel 2022 sono stati liquidati 145.679,52 euro di indennizzo. I capi di bestiame domestico predati sono stati in totale 625, dei quali 300 da orso e 325 da lupo. In totale, i capi di bestiame coinvolti sono stati 825 (morti, feriti e dispersi).
Nel corso del 2022 sono state evase 230 richieste per misure di prevenzione dei danni da grandi carnivori (recinti elettrici e cani da guardianìa), volte principalmente alla protezione dei patrimoni zootecnici. La presenza del pastore e l’adozione dei più opportuni sistemi di prevenzione dei danni, oltre ad un equo indennizzo ed al costante rapporto con il personale forestale sul territorio, rappresentano i punti strategici per mitigare l’impatto dei grandi carnivori sulla zootecnia di montagna.
Le emergenze
Con l'obiettivo di rilevare precocemente eventuali soggetti problematici, nel 2022 sono stati raccolti 109 campioni organici su danni da orso, che hanno permesso di individuare geneticamente 25 soggetti diversi (12 maschi e 13 femmine). La squadra di emergenza è stata attivata 40 volte da marzo a novembre, sempre sull’orso. Il personale è venuto a contatto diretto e ravvicinato con l’orso in 7 occasioni, realizzando in totale 10 interventi di dissuasione.
All'interno del Rapporto, si specifica tra le altre cose che “il radiocollare non è funzionale al contenimento del rischio di ulteriori incontri ravvicinati e dei possibili relativi incidenti, dal momento che conoscere a posteriori le posizioni dell’animale (quando il collare è in grado di scaricarle) non può di fatto impedire che ciò avvenga”.
Nel corso dello scorso anno è stata avviata una nuova fase per la distribuzione di cassonetti anti-orso in Val di Sole e la revisione del Piano provinciale per la gestione dei rifiuti con la previsione di dotare progressivamente tutto il Trentino di sistemi di raccolta della quota organica che tengano conto delle interazioni con la fauna selvatica.