L’operazione mirtillo di Agri ’90
Dopo fragole e lamponi, gli agricoltori della Valle del Chiese pensano a svilupparne la coltivazione
STORO. La realtà contadina di valle, dopo fragole e lamponi, guarda ora a incentivare la produzione del mirtillo. Le aree, gli operatori e la volontà attraverso i quali intraprendere la produzione ci sono. Quel frutto non tollera il calcare e quindi è condizione essenziale disporre di terreni acidi che nel fondovalle e anche più in su esistono. Già da qualche anno un orientamento in tal senso lo si andava riscontrando nel Chiese, Rendena e Ledro. Poi è stata la volta del Bim del Chiese che in ambito agricolo si sta muovendo in maniera soddisfacente sostenendo coloro che guardano ai piccoli frutti. Lo hanno recepito i presidenti che si sono succeduti: Franco Bazzoli, Luca Mezzi e adesso Severino Papaleoni. A confermare tale interesse verso la produzione di frutti minori la presenza di un centinaio di persone confluite ieri l’altro ad Agri ’90 in occasione di un incontro avente per tema “Aspetti tecnico pratici ed economici legati al possibile sviluppo del mirtillo sul territorio”. A relazionare su la materia il direttore della stessa coop Arturo Donati e Davide Lucchesa, considerato esperto e referente commerciale di Melinda. L'auditorium della Cittadella dei contadini, in zona Cà Rossa, era gremito e molti dei convenuti sembrano propensi ad avviare quel tipo di produzione. Hanno ascoltato, preso appunti e poi sono intervenuti nella discussione. Gli attori chiave da noi risultano al momento la cooperativa Sant’Orsola più alcuni importatori.
Donati avverte che in Trentino Alto Adige il mirtillo riscontra una produzione, tra giugno e ottobre, che varia tra il 30 e 35 per cento mentre in Piemonte si è sul 20-25 per cento; le importazioni straniere tra novembre e marzo si assestano principalmente nel Sud America (Cile) e tra aprile e maggio verso la Spagna. Gli fa ecco Lucchesa: con proiezioni e tendenze - tra il 2015 e 2020 - riscontrate dentro Melinda potrebbero arrivare da noi a più 12,70 per cento per un totale di 5.400 tonnellate.
Ma da queste parti la produzione del mirtillo come si sta attualmente evolvendo? «Direi - risponde il patron di Agri ’90 Vigilio Giovanelli - che ad iniziare da Imerio Zontini di Storo con impianto in zona Sorino, e poi Bruno Todeschini di Breguzzo, Roberto Pellizzari di Spiazzo e Claudio Antoniolli di Roncone, i riscontri risultano ottimali. A questi vanno aggiunti altri due ancora operanti su Ledro. Comunque si tratta di coltivatori che al momento lavorano su delle superfici che variano da mille a due mila metri».
©RIPRODUZIONE RISERVATA