L’antico organo di Santa Croce pronto per suonare

Santa croce del bleggio. Può diventare un fatto tecnico, come il restauro di un organo, elemento di forte identità comunitaria? Succede a Santa Croce di Bleggio, dove l’intera comunità si è...


Graziano Riccadonna


Santa croce del bleggio. Può diventare un fatto tecnico, come il restauro di un organo, elemento di forte identità comunitaria? Succede a Santa Croce di Bleggio, dove l’intera comunità si è mobilitata prima per chiedere, poi per sostenere il restauro integrale del vecchio organo della pieve di Santa Croce di Bleggio. Succede all’organo pievano, prezioso strumento che da anni attendeva di essere rimesso a nuovo. Proprio in questi giorni è stato ultimato il restauro del piccolo gioiello del Trentino: uno strumento a trasmissione pneumatico tubolare di 11 registri, costruito da Vincenzo Mascioni nel 1926 quale opera 380 e contenuto in una cassa storica riccamente decorata che è stata anch'essa riportata all'originario splendore. I lavori, partiti a giugno scorso, sono in via di ultimazione, interessando sia la parte fonica che la parte decorativa dell’antica cassa lignea, quest’ultima risalente al XVIII secolo.

L’organo di S. Croce ha una storia molto particolare: è lo strumento musicale più antico delle Giudicarie Esteriori (ci sono fonti che testimoniano della sua presenza nella chiesa agli inizi del 1600), inizialmente era posto sul muro sinistro della navata centrale e all’inizio del XX secolo con gli interventi pittorici di Carlo Donati che hanno interessato gran parte degli elementi decorativi della chiesa è stato spostato dietro l’altare. Nel 1926, a seguito anche della Riforma Ceciliana riguardante la musica sacra si decise di dare un suono nuovo all’antico organo, dotando di un nuovo e avveniristico strumento l’antica cassa lignea decorata, che se pur di contenute dimensioni, per la felice posizione acustica in cui era posto, proiettava in tutta la chiesa un suono luminoso, brillante ma allo stesso tempo sobrio e austero.

L’iter per far partire i lavori è stato lungo e complicato: sponsorizzato dal coro parrocchiale e dagli organisti diretti interessati, è stato avallato prima da Don Gilio Pellizzari, poi insieme ad un comitato composto da Christian Albertini e Roberto Parisi è stato portato avanti prima da Don Maurizio Toldo, da Don Ferdinando Murari poi e infine da Don Gianni Poli che in qualità di nuovo rappresentante legale della parrocchia ha seguito da vicino tutte le fasi burocratiche. Una parte importante nell’opera di sensibilizzazione è stata giocata anche dalle persone che hanno sostenuto l’iniziativa, come l’organista Gioele Andreolli e la sagrestana Santina. Il tutto è ruotato in questi anni intorno a una comunità dapprima timorosa, poi via via sempre più partecipe alla grossa iniziativa che ha contagiato un po' alla volta l’intera comunità intorno a un progetto avveniristico: un punto di riferimento non solo ecclesiastico, ma dell’intera comunità.















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