Cassa continua “ingorda” mangia mano alla cliente
Storo, ieri mattina la disavventura di una giovane allo sportello automatico della Banca popolare Valsabbina: salvata dai Vigili del fuoco con il piede di porco
STORO. Panico e apprensione poco dopo le 9 di ieri mattina presso la sede della Banca popolare Valsabbina nel centro di Storo, allorquando una giovane è rimasta impigliata con la mano destra nella cassa continua. La ragazza fortunatamente non ha riportato lesioni ma solo un grande spavento. «Sono provata per quanto accaduto - ha detto al termine della disavventura - e mi dispiace di aver creato tanto trambusto sia al personale bancario che agli stessi soccorritori». Tutto è avvenuto durante una normale operazione di deposito, all’apparecchio posto appena al di là della soglia dell’istituto di credito, che però non è riuscito per ragioni apparentemente inspiegabili. Solo dopo l’arrivo di vigili del fuoco e ambulanzieri - allertati da responsabili dell’istituto di credito lombardo/trentino - la ragazza ha potuto essere liberata. Quanto però la situazione fosse complicata, lo dimostra l’utilizzo del classico “piede di porco”: solo così i pompieri sono riusciti ad allagare la morsa che imprigionava la mano della ragazza.
Su che cosa effettivamente sia avvenuto, neppure la stessa dirigenza della banca sa al momento rispondere con certezza. Rimasta con la mano impigliata, la ragazza ha gridato per il dolore, cercando di attirare l’attenzione di chi si trovava all’interno degli uffici. Dipendenti e clienti hanno allora dato l’allarme, con l’arrivo immediato dei soccorsi dalla provinciale numero 69 e da via Garibaldi. All’esterno della Valsabbina ( un tempo Cassa rurale di Storo) la gente ha iniziato a radunarsi, interrogandosi su quanto stava avvenendo. L'arrivo di vigili del fuoco e altri mezzi di soccorso aveva infatti messo in apprensione passanti e clienti dei negozi vicini, così come dell’ufficio postale. Inizialmente non si riusciva a comprendere se si trattasse di una tentata rapina o di un malore di clienti o di personale del medesimo istituto. Dal vicino bar caffè Centrale, uno dei “salotti” di Storo, così come dagli esercizi commerciali, i clienti sbirciavano dalle vetrate ma senza comprendere l’accaduto. Fortunatamente, alla fine, tutto è stato risolto. Per la ragazza vittima del curioso episodio, alla fine, solo un grande spavento. E una disavventura a lieto fine tutta da raccontare.
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