FIAVÉ. Oltre un centinaio i presenti al Doss di Fiavé per l’originale presentazione del libro e documentario sulla torbiera di Fiavé, nel giardino Berti.

La presentazione rientrava nella cornice di “Storia leggenda” del locale Gruppo culturale, guidato da Cristian Zambotti. L’opera come noto è stata segnalata alla XII edizione del premio Giuseppe Papaleoni ed è stata messa in cantiere grazie alla collaborazione col Centro Studi Judicaria e l’associazione Araba Fenice. Il libro gode anche del contributo storico di Ennio Lappi.

Guido Berti, testimonial dello scavo di torba al Doss e uno degli ultimi lavoranti è scomparso i mesi scorsi: per questo la famiglia ha messo a disposizione il proprio giardino per questa presentazione, affatto originale, di libro e documentario sul mitico scavo della torba prima della scoperta della stazione archeologica delle palafitte di Fiavé, e quindi della sospensione di tale scavo di torba.

Il libro di Donato Riccadonna “Quando a Fiavé c’era un lago” narra la storia di un lago, quello di Fiavè, che morendo diventa una palude. Per più di 100 anni, dalla metà dell’800 alla fine degli anni ’60 del ‘900 vi si scavò la torba a livello industriale da usare soprattutto come combustibile per grandi industrie: facendo un veloce calcolo si può ipotizzare che siano state scavate ben 150.000 tonnellate di torba.

Per conoscere altri esempi del genere bisogna andare in Lombardia o Piemonte. Ma c’è una particolarità che renderà eccezionale questo scavo, e cioè la scoperta casuale di un villaggio di palafitte risalente all’età del Bronzo. Naturalmente gli scavi della torba a questo punto (siamo all’anno 1968) dovranno essere interrotti per permettere un altro tipo di scavo, quello archeologico, che hanno permesso la scoperta delle palafitte dlel’età del Bronzo. Alla serata di presentazione è intervenuto anche il sindaco di Fiavé Angelo Zambotti che si è complimentato con l’autore e le associazioni che hanno appoggiato la pubblicazione di libro e dvd. (g.ri)