Fp Cgil, aprire un confronto sulla fusione dei piccoli comuni trentini
Per il segretario Luigi Diaspro: «Oltre ai costi, c'è il tema dei concorsi, che vanno deserti». Foto: CGIL
TRENTO. "La Corte dei Conti nella propria analisi sottolinea opportunamente il tema dell'alta incidenza della spesa per assicurare le funzioni amministrative nei comuni al di sotto dei duemila abitanti (la maggioranza in Trentino). È un allarme che condividiamo, sono a rischio la sostenibilità e l'efficienza dell'intero sistema istituzionale rappresentato storicamente dai comuni in Trentino, occorre proseguire con lo strumento delle fusioni". A dirlo in una nota è Luigi Diaspro, segretario generale di Fp Cgil del Trentino.
"Registriamo quotidianamente - aggiunge Diaspro - le difficoltà di chi lavora nei piccoli comuni, alle prese con carenza di personale diffusa e di figure fondamentali di riferimento per assicurare i servizi, siano essi uffici finanziari, tecnici, amministrativi, contabili o di pubblica sicurezza. Un piccolo comune, con organici quasi mai completi, deve assicurare le medesime funzioni di enti maggiori, adempiere alle stesse norme, e spesso non ce la fa. Per questo, oltre alla questione dei costi, c'è il tema della sostenibilità e della qualità dell'offerta dei servizi, dell'attrattività del personale che, in tali condizioni, opta per le dimissioni, e gli stessi concorsi vanno deserti". Fp Cgil ricorda che "lo stesso presidente del Consiglio delle autonomie locali Gianmoena, dal suo osservatorio privilegiato, chiede di incentivare le fusioni". Per questo, Diaspro chiede che "si apra un tavolo di confronto con le parti interessate".