Sala affollata per la stimolazione cognitiva a Pozza

Pozza. Conforto, identità, inclusione, occupazione e soprattutto amore: di tutto questo hanno bisogno le persone affette dalle varie forme di demenza e pure i loro familiari. Dell’”epidemia” che...


elisa salvi


Pozza. Conforto, identità, inclusione, occupazione e soprattutto amore: di tutto questo hanno bisogno le persone affette dalle varie forme di demenza e pure i loro familiari. Dell’”epidemia” che ormai colpisce un numero sempre maggiore di persone anziane (e non solo) e di come affrontarla nel modo migliore con la “stimolazione cognitiva” si è parlato il 4 maggio con ”Attivamente”, in un’affollata sala del centro anziani di Pozza. Relatrici: la psicologa esperta di demenza Simona Gardini e con Lina Lavezzini, presidentessa del Gruppo Sostegno Alzheimer di Fidenza. Entrambe, invitate dall’associazione fassana “Rencurame” che in passato ha condiviso con Fidenza e Salsomaggiore la mostra “Passeggiando nel cervello”, sono impegnate da più di un anno nel “Centro d’incontro insieme” di Fidenza, sostenuto da Cariparma e altre realtà economiche e di volontariato locale. Nel centro, Gardini mette in pratica, con colleghe, medici, animatori e volontari, gli studi compiuti sulla Cst: terapia di stimolazione cognitiva.

Il protocollo Cst

«La Cst, protocollo avviato anni fa in Inghilterra e oggi diffuso in parte in Italia, è un intervento valido per chi soffre di disturbi neuro-cognitivi. Fa bene ai malati ma anche ai “caregiver” (familiari assistenti), spesso impreparati a sostenere i propri cari che perdono memoria e autonomia, diventano apatici o depressi». La demenza è incurabile e degenerativa, ma ci sono diverse azioni che incidono sul benessere degli ammalati e dei familiari. «È dimostrato che stimolazione cognitiva, esercizio fisico adeguato e musica sono molto efficaci. È quanto sperimentiamo nel nostro centro dove, tre volte la settimana, accogliamo gli ammalati e li coinvolgiamo nel ballo, in semplici attività manuali, in conversazioni sulle loro esperienze di vita: chi soffre di demenza si vergogna e tende a isolarsi, perciò è fondamentale creare occasioni per far ritrovare loro autostima». Importante per queste persone (e pure per prevenire la demenza) è leggere, tenersi aggiornati, muoversi, avere hobby, chiacchierare e celebrare le ricorrenze.

Il buon umore

«Al nostro centro ogni occasione è buona per festeggiare - dice Lina Lavezzini - perché il buon umore è fondamentale e poi ogni festività aiuta a capire, a chi ha difficoltà a ricordare, in quale momento dell’anno si trova». Lavezzini ha sottolineato come per affrontare queste malattie sia necessario fare rete, scambiare informazioni ed “esportare” esperienze positive come la loro. Un messaggio colto da Annalisa Zorzi e Roberto Nizzi, alla guida di “Rencurame”, che al termine dell’incontro hanno chiesto informazioni pratiche sull’avvio di un centro dove si metta in atto la Cst, per cui servono in primis psicologi, neurologi e operatori adeguatamente formati, e di cui in Fassa si sente l’urgenza.

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