Filippo e Katia, in stalla (e in malga) per passione
A Castello di Fiemme una coppia di giovani allevatori di 25 e 22 anni: 40 mucche che a metà giugno vengono portate al pascolo a Malga Cerere
CASTELLO DI FIEMME. La storia di questa settimana ci porta in Valle di Fiemme, dove incontriamo una coppia di fidanzati che non sono uniti solo dall’amore, ma anche dalla grande passione per la zootecnia. Parliamo di Filippo Delvai e Katia Dallio, che per ora collaborano con il papà di lui, lei 22 anni e lui 25, convivono da quattro anni.
Entrambi avevano scelto di frequentare l’Istituto Agrario di San Michele, ma solo lei ha potuto completare il quinquennio diventando perito agrario, lui dopo due anni ha dovuto abbandonare perché il papà Mario allevatore aveva avuto problemi di salute, quindi Filippo ha dovuto entrare a tempo pieno in azienda per sostituirlo. Lei viene da Capriana, ma ora risiedono a Castello di Fiemme, dove il papà ha trasferito la propria stalla.
Filippo, come la fidanzata Katia, lavora part time in azienda, in quanto l’inverno lui lavora sulle piste da scii di Pampeago mentre lei fa la cameriera.
A metà mese di giugno, clima permettendo, i capi da monticare, quelli in allevamento e quelli in asciutta, verranno portati a Malga Cerere sul Passo Manghen a quasi 2000 metri, una malga di 52 ettari di pascoli, dove gli animalibrimangono- neve permettendo -fino a metà settembre circa.
I malgari sono Filippo e Katia mentre papà e il fratello di Filippo – che di professione fa il falegname, ma che va in stalla in tutto il tempo libero oltre che prima di andare al lavoro al mattino e alla sera quando ritorna - rimangono a Castello a fare il fieno.
«Oltre a noi due in malga abbiamo due grandi cane pastore, e per fortuna fino ad ora non abbiamo avuto problemi di grandi carnivori, né orsi né lupi hanno fatto danni alla mandria».
I dati dell’azienda
Si tratta di un’azienda zootecnica dove vengono allevati i capi da rimonta e vengono accudite le vacche da latte. In totale la stalla i capi in stalla sono 40 fra vacche e capi in allevamento. Metà sono della razza Grigio Alpina e l’altra metà è composta da tutte le razze. Pur non essendo vacche con una spiccata attitudine alla produzione del latte, la media lattazione/capo si attesta fra i 70 e i 75 quintali di latte ed anche la qualità è molto buona al punto che i Delvai totalizzano molti punti qualità, il che fa alzare il prezzo del latte conferito al caseificio di Cavalese. L’ultimo esercizio il prezzo base è stato di 0,68 euro a kg, ma con i punti qualità il prezzo è lievitato al punto che i ragazzi sono molto soddisfatti del prezzo ottenuto.
La superfice totale dell’azienda fra proprietà ed affitto è di 16 ettari, che vengono falciati solo due volte all’anno. E la produzione del primo taglio di quest’anno? Diversamente da quello che si può pensare nonostante la primavera molto piovosa, non è molto abbondante «perché ha fatto toppo freddo», afferma Katia. «Ora c’è da sperare che cominci a fare caldo, in modo da poter fare un buon foraggio, condizione questa fondamentale per produrre un latte di qualità», aggiunge Filippo.
Ma perché la scelta di fare l’allevatore e l’allevatrice? La passione è stata la molla che ha fatto scattare la scelta: «Io, afferma Filippo, fin dall’età di 6-7 anni andavo in stalla ad aiutare a mungere le vacche. Ovviamente non a mano ma con la mungitrice a secchio». Il ruolo in azienda per Filippo, per ora è quella del collaboratore «ma appena papà andrà in pensione fra qualche anno, penso di diventare io titolare d’azienda ed a quel punto avrò anche il requisito che ora mi manca per frequentare il corso organizzato dalla Fondazione Mach per l’ottenimento del brevetto professionale agricolo requisito per accedere al premio d’insediamento aziendale».
E Katia che dice? «Collaboro in stalla perché è una attività che mi piace, ho una grande passione per la zootecnia, non a caso come scuola superiore ho scelto l’Istituto Agrario di San Michele, dove mi sono diplomata».
Progetti futuri? Per me afferma Filippo, è quello di ampliare l’azienda, le idee sono molte ma sono dell’idea che è fondamentale fare un passetto alla volta. Un sogno nel cassetto? «Farci una bella famiglia, sposarci ed avere dei figli contando sulla buona salute». Dopo otto anni di impegno Filippo, è pentito della scelta? «Assolutamente no, sono convinto che il mio futuro professionale è quello di fare l’allevatore a tempo pieno. E i vostri rapporti con l’ambiente quali sono? «Di grande rispetto, a noi piace riuscire a mantenere verde i nostri prati e i nostri pascoli, se non ci fossimo noi la malga in breve tempo diventerebbe piena di rovi e arbusti con grave danno per l’ambiente ma anche per il turismo». Sia Filippo che Katia sono membri attivi dello Junior Club dei giovani allevatori trentini «e ho grande passione per la toilettatura delle mie bestie», precisa il giovane. Hobby? «Giocavo a calcio ma ora non c’è tempo, l’inverno qualche sciata a Pampeago dove lavoro». E gli amici che dicono della tua vita intensa? «Che sono matto ma riesco a conciliare il lavora con una pizza con loro e abbiamo una bella intesa fra di noi».