Encefalite da zecca, Trentino «zona a rischio»: casi in aumento negli ultimi 5 anni
L’incontro al Muse. Il riscaldamento climatico e l’aumento dei viaggi favorisce anche i virus trasmessi dalla zanzara tigre
TRENTO. In Trentino sono stati riscontrati 204 casi di Tbe, l'encefalite trasmessa dalle zecche, tra il 2000 e il 2020. I casi si sono alzati nel corso degli ultimi cinque anni, arrivando fino a 23,2 casi in media ogni anno. Tutto il Trentino può essere considerato come una zona a rischio.
Il dato è emerso nell'incontro divulgativo promosso dalla cabina di regia provinciale per la sorveglianza e il controllo dei vettori di interesse medico-veterinario, ospitato ieri (20 dicembre) dal Muse.
In merito ai virus trasmessi da zanzara tigre (Dengue, Zika e Chikungunya) in Trentino, Francesco Pizzo dell'Azienda sanitaria ha riferito che i casi di si sono limitati finora a persone che hanno contratto la malattia all'estero.
Il Muse gestisce un programma di monitoraggio della zanzara tigre per la città di Trento. La ricerca delle ovitrappole, tra maggio e ottobre del 2022, ha raccolto 82.000 uova (+70% rispetto al 2021. Le aree più a rischio sono quelle lungo l'asta del Fersina nel suo corso attraverso la città. In futuro, ci si attende che Dengue, Chikungunya e altre patologie saranno più frequenti per l'aumento di persone e di merci. Anche il riscaldamento climatico - ha precisato - favorirà la sopravvivenza di uova di vettori, che potranno diffondere maggiormente il virus.