Chiusure domenicali dei negozi, la Consulta boccia la legge trentina
La Corte dice no alle chiusure obbligatorie per legge decise dalla giunta Fugatti. Il Pd: "Sentenza annunciata, ennesima figuraccia per l’autonomia”
TRENTO. Con una sentenza depositata oggi (1 luglio) la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la legge della Provincia di Trento sulle chiusure domenicali dei negozi.
La legge del 3 luglio 2020 prevede che “Per favorire la conservazione delle peculiarità socio-culturali e paesaggistico-ambientali, gli esercizi di vendita al dettaglio osservano la chiusura domenicale e festiva, fatto salvo quanto previsto da quest'articolo in relazione all'attrattività turistica dei territori e a garanzia del pluralismo nella concorrenza”. La Giunta provinciale individua con propria deliberazione i comuni ad elevata intensità turistica o attrattività commerciale/turistica nei quali è ammessa l'apertura degli esercizi di vendita al dettaglio anche nelle giornate domenicali e festive.
La Corte ha ricordato che c’erano già ben sei precedenti sentenze della Consulta sfavorevoli ad altrettante leggi regionali: Friuli-Venezia Giulia, Puglia, Valle d’Aosta, Veneto, Toscana e Provincia autonoma di Bolzano.
Nel settembre 2020 il Tar aveva sospeso la delibera attuativa della legge approvata dalla giunta Fugatti, come chiesto con un ricorso dal Consorzio Shop Center Valsugana di Pergine e dal Consorzio Cavalli di Civezzano.
Anche i giudici amministrativi avevano sollevato la questione di legittimità costituzionale della legge provinciale 4 del 3 luglio 2020 ritenendo che la Provincia non abbia la competenza per legiferare in materia di orari dei negozi poiché si tratta di competenza esclusiva dello Stato in quanto questione legata alla tutela della concorrenza.
Duro il commento del Pd trentino con il consigliere provinciale Giorgio Tonini: “Poche sentenze della Corte costituzionale sono state più “annunciate” di quella depositata oggi, che sancisce l’illegittimità costituzionale della legge della Provincia autonoma di Trento n.4 del 2020, sulle chiusure domenicali degli esercizi commerciali. Legiferare in presenza di una giurisprudenza così univoca e consolidata si poneva obiettivamente come un atto temerario, che poteva solo esporre la nostra autonomia speciale a fare la figura del provocatore spudorato o del dilettante allo sbaraglio, esporre le imprese commerciali a danni ingiustificati e illudere e tradire le legittime aspettative dei lavoratori. Legiferare al confine delle nostre competenze è una strategia legittima e intelligente,ma significava esplorare la via pattizia di una norma di attuazione del nostro Statuto, come aveva cominciato a fare la Commissione dei 12. Una via che è stata bloccata dal varo della “Legge Fuffa” Fugatti Failoni e che la sentenza di oggi rende ora assai più impervia. In questi casi, la cosa più difficile è non dire “ve lo avevamo detto”. Non ci riusciamo a non dirlo: eravamo stati facili profeti”.