il caso

Biancofiore: «Il problema dell'orso non passi per esecuzione seriale»

La senatrice interviene sull’abbattimento dell’orsa KJ1: «La violenza è tipica di chi non ha argomenti e mezzi e non è il caso della provincia autonoma



TRENTO.  "Non ci sto al fatto che tutti i trentini passino come gente senza cuore con il resto del Paese e non ci sto al teorema che chi difende gli animali non difenda i trentini. Le mie azioni nell'interesse del Trentino e dei trentini che rappresento in parlamento è che il problema dell'orso che esiste - è concreto e reale per la mia gente, sia gestito in modo efficiente e definitivo, il che non passa per l'esecuzione seriale di esseri senzienti, ovvero che hanno un'anima e che non hanno chiesto di essere introdotti nel nostro territorio". Lo dichiara in una nota la senatrice Michaela Biancofiore, Presidente del gruppo Civici d'Italia - Nm - Maie. "La violenza - aggiunge Biancofiore - è tipica di chi non ha argomenti e mezzi e non è il caso della provincia Autonoma che ha voluto la gestione degli orsi nella convinzione di poter fare meglio dello Stato e purtroppo non è accaduto. Il benessere e la serenità dei trentini è il fine primario di tutti noi politici e amministratori, ma anche quello della tutela della biodiversità che ci faceva essere ed apparire così speciali agli occhi del resto del Paese.

La mattanza degli orsi non è degna della nostra storia, della nostra credibilità, delle nostre capacità organizzative, del nostro amore per l'ambiente, della nostra attitudine turistica". "Nel tempo - così la senatrice - sono state tante le alternative indicate da più parti alla facile soluzione del colpo secco da propagandare per appagare gli istinti più bassi dell'uomo, e con molto dispiacere mi chiedo perché la provincia non abbia acconsentito allo spostamento richiesto dalle associazioni a proprie spese? Perchè la Provincia non abbia dato seguito alle richieste dei veterinari trentini nonostante le loro indicazioni verso la sterilizzazione? Per quale motivo i plantigradi non siano tutti dotati di radiocollare per il monitoraggio con scarica elettrica, come in Sudafrica per i leoni - per riportarli nel loro territorio e effettua il censimento dei plantigradi ogni due anni e non annualmente come avveniva precedentemente? Vorrei che ci fosse una risposta a queste domande che non mi faccio solo io ma tutti gli italiani e vorrei che anche i trentini pretendessero una risposta da chi li amministra e non cedano al richiamo della ferocia verso esseri che abbiamo usato per il ritorno turistico che, nonostante il danno di immagine cagionato dalla enfatizzazione del problema ad usum delphini, non ha subito una disdetta che sia una.

Il Trentino non è al sicuro se si uccide un orso dopo l'altro in una sorte di ridicolo mezzogiorno di fuoco con i plantigradi, lo sarà solo se si agirà alla radice del problema senza infingimenti e rancori alla marchese del grillo. Serve subito quel commissario all'orso che di concerto con la Provincia e i ministeri interessati alla sicurezza pubblica, restituisca tranquillità e umanità alla mia terra". 













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