Il Comune di Arco dichiara “guerra” agli scarafaggi
Ordinanza del sindaco per fronteggiare l’emergenza: lo scorso anno la disinfestazione non era stata sufficiente
ARCO. Emessa ad Arco la prima ordinanza contro gli scarafaggi. Un passaggio che l’amministrazione ha voluto percorrere vista la presenza sempre maggiore di questo tipo di insetti blattoidi che di anno in anno si stanno diffondendo nel comune arcense. Una crescita dovuta al clima mutevole degli ultimi anni che ne favorirebbe il proliferare.
Lo scorso anno l’amministrazione ha impiegato per la sola disinfestazione 10 mila euro. Una cifra consistente, ma che da sola non è bastata a eliminare il problema definitivamente. Proprio come avvenuto per l’arrivo (ormai da diversi anni) della zanzara tigre, anche per gli scarafaggi il Comune ha deciso di emanare apposita ordinanza al fine di informare e sensibilizzare la popolazione sulle buone pratiche da tenere per non facilitare lo sviluppo e la crescita di questi insetti. «È essenziale - spiega il sindaco Alessandro Betta - che le persone siano informate per potersi attivare assieme all'amministrazione e contenere così fenomeni di questo tipo. Questo documento si pone come obiettivo quello di affrontare una nuova problematica emersa negli ultimi anni a seguito dei mutamenti climatici in corso e segnalati anche da più enti accreditati. È essenziale che vi sia collaborazione affinché si raggiunga un risultato efficace ed apprezzabile. Si auspica di poter contrastare il fenomeno e vedere diminuire sensibilmente la problematica. Chiedo a tutti l’impegno per affrontare il problema con serietà, perché occorre una sinergia tra gli interventi su aree pubbliche ed aree private».
Un’ordinanza fatta non per punire, ma per chiedere la collaborazione dei cittadini nella lotta alle blatte. «Nel periodo tra il 1°aprile e il 31 ottobre - recita il testo dell’ordinanza - si ordina di mantenere locali, abitazioni e uffici puliti e ordinati; di provvedere alla sigillatura dall’interno di tubi per la canalizzazione di acqua e gas o impianti di varia natura e stuccare eventuali crepe nelle murature; di non lasciare cibo o residui alimentari in contenitori aperti e di non accumulare scorte alimentari sfuse o aperte in cantine o ripostigli; di non tenere i rifiuti in contenitori aperti; di rimuovere bonificare ed inertizzare pozzetti, cisterne e fosse biologiche in disuso».
In caso di inosservanza le sanzioni vanno da 25 a 250 euro per i privati e da 50 a 500 per le aziende. (l.o.)