Castello di Arco o Gardaland? Scoppia il caso dell’allargamento della strada
Interrogazione provinciale sui lavori che dovrebbero partire a gennaio. Lucia Coppola: «Il Trentino non può fare marcia indietro sul concetto di turismo sostenibile»
ARCO. Un turismo sostenibile dove si deve fare (un po’) fatica per raggiungere la meta o un turismo “alla Gardaland” dove è giusto portare i turisti fin davanti alla porta?
Sta tutto dietro questo quesito il caso scoppiato attorno al Castello di Arco. A gennaio dovrebbero scattare i lavori di allargamento della strada di accesso per permettere ai turisti di arrivare allo storico maniero (da cui si gode di un panorama mozzafiato) con un mezzo elettrico in grado di trasportare 13 persone alla volta.
Da parte del Comitato Salvaguardia Olivaia c’è un secco no ai lavori di allargamento della strada: ci si arriva in 15 minuti a piedi, sostengono, una breve camminata facile da fare per tutti. «Non c’è già abbastanza traffico in città?», si chiedono.
Ora a dare loro man forte c’è anche la consigliera provinciale di Europa Verde, Lucia Coppola, che sull’argomento ha presentato una interrogazione provinciale.
«Sostengo con convinzione la presa di posizione del “Comitato Salvaguardia Olivaia” contro il progetto di allargamento della strada che conduce al Castello di Arco, al fine di consentire il passaggio di un mezzo elettrico in grado di trasportare 13 persone alla volta», scrive Lucia Coppola.
«Pare che il progetto, approvato dall’amministrazione comunale di Arco, sarà realizzato nel 2022.
Il Castello di Arco si raggiunge con una breve escursione su un sentiero che sale tra uliveti e cipressi per arrivare fino al castello che con le sue torri domina la piana dell'Alto Garda. Da lassù si può ammirare uno dei più bei panorami del Trentino.
Da anni si parla di turismo sostenibile che consenta ai turisti che visitano la nostra provincia di spostarsi facendo a meno delle auto, rendendo così più forte la capacità di attrazione del luoghi e nello stesso tempo migliorando la qualità di vita della popolazione, preservando l’habitat naturale e il capitale culturale.
È vero che in questo caso si tratterebbe di un mezzo elettrico, ma l’iniziativa del Comune di Arco rischia di snaturare l’autenticità del luogo, comunque raggiungibile in quindici minuti a piedi.
Evitiamo quindi che per la pura comodità di raggiungere con un mezzo meccanico un luogo talmente vicino. speciale e unico si rovini la sua peculiarità e la possibilità di godere di bellezze incomparabili nella pace e nella contemplazione.
Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere: se non ritenga questo progetto del tutto inopportuno e quindi di non stanziare finanziamenti al Comune di Arco per la realizzazione dell’allargamento della strada; se non ritenga che luoghi storici di particolare pregio culturale, magari inseriti in un contesto naturale prezioso e unico, vadano tutelati nella loro integrità evitando di costruire strade che permettono l’accesso a troppe persone, che potrebbero raggiungerlo con quindici minuti di camminata», conclude Coppola.