Arco, il Comune a caccia della fabbrica “chiassosa” 

Al via i rilievi per individuare la fonte del rumore che toglie il sonno agli abitanti  di San Giorgio. L’assessore Miori: «Trovato il colpevole studieremo la soluzione»


di Katia Dell’Eva


ARCO. Si trascina ormai da quasi due anni, la lotta degli abitanti di San Giorgio contro i rumori notturni. In questi giorni i sopralluoghi da parte del Comune, che dovrebbe finalmente permettere, dati alla mano, una concreta risoluzione al problema.

È dal settembre 2016, infatti, che i residenti nella frazione arcense, in particolare quelli le cui case si trovano in via Cavallo, lamentano problemi di inquinamento acustico. Rumori di provenienza industriale di cui, nei mesi, non si è ancora trovata la fonte. Mentre, infatti, i cittadini (e il Comitato di partecipazione locale) facevano sentire le loro voci contro quel frastuono che impediva - e impedisce - loro il sonno, soprattutto in queste calde notti d’estate, il problema era stato accertato, mesi addietro, anche dall’assessore con delega ai rapporti con i Comitati di partecipazione Stefano Miori, recatosi personalmente, a mezzanotte, nella zona più colpita.

Insonnia a parte, a rendere la questione preoccupante era - ed è -, del resto, la possibilità che il rumore in questione possa superare i quaranta decibel consentiti dalla legge e raggiungere livelli tali da provocare disturbi alla salute.

«Dopo l’incontro con gli industriali, in cui nessuno si è però spontaneamente riconosciuto come causa del problema - spiega Stefano Miori - in queste settimane abbiamo deciso di dare avvio a una serie di rilievi. Un tecnico incaricato dal Comune, l’ingegner Pietro Maini, si sta quindi recando con la sua strumentazione in alcune abitazioni a campione all’interno della zona interessata, così da raccogliere dati sui livelli di inquinamento acustico».

Il sopralluogo, che sta interessando San Giorgio, compresa la parte più a nord, ma anche Linfano e Pratosaiano nelle aree limitrofe al fiume, terminerà con la metà di agosto. «A quel punto, individuato “il colpevole”, convocheremo una nuova riunione con gli industriali, sperando di ottenere da parte loro la collaborazione che c’è sempre stata e di vedere una concreta e rapida risoluzione del problema senza chiamare in causa l’Appa», conclude l’assessore.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano

l'allarme

Trento, il carcere scoppia. Aumentano anche le detenute

La garante provinciale Antonia Menghini: “Raggiunte più volte le 380 presenze”. Preoccupa pure la carenza dell'organico, in particolare di agenti di polizia penitenziaria. Nell'ultimo anno nella casa circondariale di Trento sono diminuiti gli atti di autolesionismo