Al parco delle Braile si moltiplicano le piante 

Illustrati gli interventi al “Mandela”. L’ingegner Lotti: «Niente alberi da vivaio, cresceranno gradualmente». Chiara Parisi: «Si punta a coinvolgere i cittadini»


di Gianluca Ricci


ARCO. Comunità e partecipazione. Non fosse ancora chiaro quali sono i principi di riferimento del parco urbano più grande dell’alto Garda, il Nelson Mandela alle Braile, ieri mattina lo hanno ribadito con forza il sindaco Alessandro Betta, l’assessora Silvia Girelli e i tecnici che hanno curato il progetto, l’ingegner Pierluigi Lotti e la sua consulente, la naturalista Chiara Parisi. L’occasione l’ha offerta la presentazione direttamente in loco delle iniziative di miglioramento previste per il nuovo anno. Inevitabile la premessa del sindaco Betta: «Ci troviamo qui – ha detto – soprattutto per rispondere alle speculazioni politiche di chi continua a sostenere che la nostra giunta ha fatto poco o nulla per il verde pubblico in città. La prova l’abbiamo sotto gli occhi: il parco Mandela è una delle iniziative più affascinanti che stiamo portando a termine. Avevamo ereditato un progetto che prevedeva proprio qui dove ci troviamo ora due alberghi e lo abbiamo modificato pur consapevoli che le casse comunali ne avrebbero sofferto. Ora, per vedere completata l’opera, mancano davvero gli ultimi tasselli». Quelli che dovrebbero essere posizionati nel corso di quest’anno. Inutile però sperare di veder proliferare all’improvviso ampie alberature che garantiscano l’ombra durante le calde giornate estive. «Piante “pronto-effetto” prodotto di vivaio qui non se ne vedranno mai – ha puntualizzato l’ingegnere Pierluigi Lotti – perché il parco è nato con un’idea dinamica della sua evoluzione: le piante con cui infoltiremo l’area dovranno essere dei segni della memoria, specie della tradizione locale come il gelso o il caco, e dovranno crescere insieme a coloro che le vedranno piantare. Le coltivazioni, mantenute attraverso la realizzazione di orti destinati agli anziani e alle famiglie, dovranno richiamare il passato agricolo di questa zona, perché la partecipazione passa anche attraverso la conservazione dei vecchi ricordi». Se il parco dovrà essere per i cittadini, saranno i cittadini ad occuparsene: «Fin dall’inizio – ha precisato Chiara Parisi – si è puntato ad un coinvolgimento diretto della cittadinanza: se sentirà il parco come qualcosa di suo, se ne prenderà cura senza delegare ad altri il suo mantenimento». Più o meno gli stessi principi ricordati anche dall’assessora Girelli, che ha specificato quanto finora è stato fatto (la realizzazione degli orti, la costruzione di un chiosco riparato, la messa in opera di una cassetta per il book crossing), ringraziando tutti i soggetti che lo hanno reso possibile, dall’Associazione Andromeda al Comitato Ortolani. I primi interventi di quest’anno riguarderanno la messa in sicurezza di tutti gli elementi oggi non conformi, quindi si procederà ad aumentare la piantumazione dell’intero perimetro, con particolare riguardo per l’anfiteatro antistante l’albergo in costruzione, che dovrebbe trasformarsi in un vero e proprio boschetto, poi si collocherà un gazebo alberato con panchine per garantire a bimbi ed anziani una sosta all’ombra, infine si procederà ad una suddivisione degli spazi in 15 aree distinte fra cui troveranno posto un’area gioco per i bambini con tanto di pista per le biciclette, un’area di relax e yoga e un giardino d’inverno con essenze profumate in modo che il parco possa davvero diventare un punto di riferimento per tutti. Per quanto riguarda il chiosco, ad aprile sarà pubblicato il bando con cui si spera di trovare un gestore che lo renda il vero cuore pulsante dell’area.













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