Addio a Manuel Riccardi, stroncato a 15 anni da una malattia crudele
La Croce Rossa si stringe attorno al padre, il ricordo del preside del liceo Gandhi «È andato a scuola fino all’ultimo giorno. Era curioso e tenace, sognava di diventare un pediatra»
MERANO. Lutto nel mondo della Croce Rossa altoatesina, che si è stretta attorno al collaboratore Riccardo Ricciardi per la perdita del figlio Manuel, portato via a soli 15 anni dalla malattia. «Era forte, tenace, curioso», racconta Ricciardi, da oltre vent’anni impegnato nell’associazione che ogni giorno salva vite. «Da grande avrebbe voluto diventare un pediatra».
Uno studente tenace.
«Manuel si era ammalato di leucemia a 10 mesi – ricorda il papà –, ma l’aveva superata. Poi è subentrato un tumore secondario e ha avuto una brutta ricaduta». Giovedì 31 ottobre, due giorni fa, non ce l’ha più fatta. «Ma è andato a scuola fino all’ultimo giorno. Ci teneva, anche quando era stanco. Non si lamentava mai, non mostrava segni di cedimento. Non voleva dare un peso a chi gli stava intorno».
Manuel frequentava la seconda liceo classico al Gandhi, tra aoristi e giambi, metrica e prosodia. «Era un vero secchione. Magari nel tempo libero giocava ai videogiochi, a Formula 1 era più bravo di me. Però era un ragazzo studioso: voleva diventare pediatra, un desiderio costruito nel tempo, fin dai primi contatti con le pediatrie degli ospedali di Bolzano e di Padova. Si interessava alle terapie che i medici proponevano, si informava autonomamente. Era lui a spiegarmi i dettagli, il perché delle cose».
L’affetto della città.
Era un ragazzo aperto, Manuel, inseparabile dalle amiche Giulia e Valentina, che ogni giorno lo accompagnavano al liceo di via Karl Wolf. Così Ricciardi: «Ringrazio l’associazione Peter Pan e il day hospital oncologico-pediatrico del San Maurizio. Anche Riccardo Aliprandini, preside del Gandhi, e il coordinatore di classe Stefano Usmari ci sono stati molto vicini, con grande umanità». Aliprandini stamattina sarà alla messa nella chiesa di Santa Maria Assunta. «Nel più profondo dispiacere – dichiara – per un ragazzo determinatissimo fino alla fine, così legato alla vita. Un grande merito va riconosciuto al professor Usmari, che era in contatto anche col reparto di Oncologia a Bolzano. E non si può dimenticare l’aiuto della psicologa d’istituto, un valido supporto nella tutela di Manuel e dei suoi compagni di classe».
Le manifestazioni di affetto e di vicinanza giungono da centinaia di persone. Riccardo Ricciardi è noto per la dedizione al lavoro nella Croce Rossa, e Manuel, l’occasione di ampliare le proprie conoscenze, non se l’era fatta scappare. «Qualche volta è salito sull’ambulanza o sull’elicottero. Ma da fermi, giusto per qualche foto», ricorda il papà. Nel cuore, l’immagine di un quindicenne sognatore che non si voleva fermare.