Aborto, in Trentino la pillola è somministrata in ospedale. Ma un medico su 3 è obbiettore
In Trentino sono il 35,9% dei ginecologi ad esercitare l’obiezione di coscienza
TRENTO. Il dibattito riaperto sul diritto all'aborto segna prese di posizione da parte delle Regioni dopo l'annuncio del governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini che ha deciso di distribuire la Ru486 nei consultori.
In Trentino la somministrazione della pillola abortiva Ru486 fa parte delle procedure farmacologiche per l’interruzione volontaria della gravidanza.
La procedura è in capo al servizio di consultorio dell'azienda sanitaria.
Il primo passo prevede che la donna intenzionata a interrompere la gravidanza si rechi presso le sedi territoriali del consultorio, dove, tramite ecografia, viene accertato lo stato di gravidanza.
Nel secondo incontro, a sette giorni di distanza dal primo, vengono chiarite le modalità e fissati gli appuntamenti per effettuare la procedura di interruzione della gravidanza, che può essere tipo chirurgico (raschiamento uterino) per gravidanze oltre le 8 settimane, o farmacologico, in caso di gravidanza precoce.
La somministrazione della pillola abortiva viene effettuata in ospedale sotto controllo medico. La paziente deve poi tornare in ospedale a 72 ore di distanza per un ulteriore controllo medico.
In Trentino l’obiezione di coscienza è esercitata dal 35,9% dei medici ginecologi (a Bolzano l'obiezione dei ginecologi è l'84,5%, mentre in Valle d'Aosta del 25%).
Il dato emerge all’indomani della Giornata internazionale per l’aborto sicuro che si è celebrata anche in Italia con diverse manifestazioni il 28 settembre.