Strati di neve instabile, attenzione al pericolo valanghe
Il quadro meteo accentua l'instabilità del manto, molto scarsa sotto i 2.800 metri di quota. Il grado di pericolo è moderato ma in tante situazioni locali si aggrava e serve la massima prudenza nel pianificare e affrontare i percorsi. Si sovrappongono strati di nevicate diverse, con lastroni superficiali e rischi maggiori all'ingresso di conche e canaloni, su ripidi pendii in ombra e nelle creste
TRENTO - Dopo i ripetuti episodi dei giorni scorsi va tenuta alta l'attenzione sul pericolo di valanghe nella zona dolomitica e dintorni.
La forte escursione termica fra giorno e notte, l'instabilità del manto nevoso, abbondante in molte aree in quota, i possibili accumuli da vento a rischio scivolamento sono aspetti di cui tenere conto nelle uscite escursionistiche, a piedi o sugli sci.
Anche se mediamente i bollettini riportano per la nostra zona (Dolomiti e Prealpi) un grado di pericolo moderato (2 su una scala di 5), bisogna sempre valutare bene le situazioni locali e i singoli percorsi, sia per quanto riguarda l'esposizione sia per le caratteristiche della neve nei punti soprastanti o in quelli da attraversare.
Il servizio Valanghe.report, partnership degli enti dell'area Euregio, indica una tendenza di pericolo in aumento oggi e domani, con stabilità del manto nevoso molto scarsa sotto i 2.800 metri di quota e scarsa sopra.
«Le valanghe - si legge nel bollettino odierno - possono a livello isolato coinvolgere gli strati più profondi. La neve ventata richiede attenzione.
Isolate valanghe possono subire un distacco nella neve vecchia e raggiungere dimensioni medie.
Tali punti pericolosi si trovano sui pendii molto ripidi esposti a ovest, nord ed est al di sopra dei 2200 m circa.
Attenzione soprattutto nelle zone di passaggio da poca a molta neve come all'ingresso di conche e canaloni.
Gli accumuli di neve ventata meno recenti possono a livello molto isolato distaccarsi, tuttavia raggiungere per lo più piccole dimensioni.
I punti pericolosi sono in parte innevati e difficili da individuare.
Con il rialzo termico e l'irradiazione solare diurni, sono possibili valanghe bagnate di neve a debole coesione, che a livello isolato possono raggiungere dimensioni medie, soprattutto sui pendii soleggiati molto ripidi al di sotto dei 2800 m circa. Soprattutto sui pendii erbosi ripidi sono possibili valanghe per scivolamento di neve per lo più di piccole dimensioni».
Per quanto riguarda le condizioni del manto nevoso, Valanghe.report osserva oggi, 4 marzo: «Sui pendii esposti a ovest, nord ed est, nella parte basale del manto nevoso si trovano strati fragili a cristalli angolari. La neve fresca degli ultimi giorni e gli accumuli di neve ventata presenti specialmente in prossimità delle creste e per lo più di piccole dimensioni poggiano su strati soffici sui pendii ombreggiati.
Soprattutto sui pendii ripidi e soleggiati si è formata una crosta da fusione e rigelo parzialmente portante.
L'irraggiamento notturno sarà in molte regioni buono. Dopo una notte serena, al mattino predominano generalmente condizioni piuttosto favorevoli. Il sole e il calore causeranno nel corso della giornata sui pendii soleggiati molto ripidi un inumidimento del manto nevoso.
Tendenza
Dopo una notte serena, al mattino predominano per lo più condizioni piuttosto favorevoli. Con il rialzo termico e l'irradiazione solare diurni, progressivo aumento del pericolo di valanghe umide e bagnate».
Ad Arabba, in provincia di Belluno, ai piedi del passo Pordoi, crocevia di confine con Trento e Bolzano, si trova un centro nivometeo di riferimento per le Dolomiti. A proposito del quadro attuale, scrive: «Il pericolo di valanghe continuerà ad interessare principalmente gli ambiti non controllati della montagna anche se non si escludono possibili singoli eventi valanghivi di magnitudo ridotta difficilmente prevedibili.
In questi ultimi giorni sono stati effettuai numerosi percorsi scialpinistici, anche estremi, ma questo non deve portare ad abbassare l’attenzione sulla valutazione locale della stabilità del manto nevoso.
L’inverno è stato abbastanza avaro di precipitazioni che hanno portato alla continua formazione di strati deboli interni che ci porteremo fino a fine stagione e pertanto, il consiglio principale è quello di agire con prudenza. Con l’aumento delle temperature si raccomanda anche la tempistica per possibili distacchi di neve umida a partire dalla tarda mattinata».
Per quanto riguarda il quadro generale, lo stesso centro Arpav di Arabba scrive: «Spessori e copertura nevosa continuano ad essere scarsi. Sui pendii in ombra in quota la neve è fredda e invernale mentre sui siti soleggiati, nel corso della giornata, lo strato superficiale diventa umido e a debole coesione per poi rigelare con formazione di croste.
Le situazioni più critiche per distacchi provocati, localmente anche con debole sovraccarico, sono i ripidi pendii in ombra, zone di cresta e uscite dai canali per la presenza di lastroni superficiali soffici che poggiano su strati fragili.
I pendii da valutare con spirito critico sono in particolare quelli da E a W passando per il N che non hanno scaricato a seguito della nevicata della scorsa settimana, ma fare attenzione anche al passaggio da poca a tanta neve.
Sui ripidi pendii soleggiati, a partire dalla tarda mattinata, sono possibili distacchi spontanei di neve umida. Il pericolo di valanghe oltre il limite del bosco è moderato (grado2) e localmente non si escludono singoli distacchi anche di grandi dimensioni».