Il caso

Quindicenne arrestato per terrorismo suprematista, l’avvocato rinuncia a difenderlo

Il legale, nominato d’ufficio dalla prima perquisizione della Digos dieci mesi fa: «Caso delicatissimo, una fattispecie di reato nuova per la nostra provincia». Lo psicologo Piccolin: «A quell’età l’equilibrio psicologico è ancora precario, i social alimentano il culto di sè»



BOLZANO. Ad oggi il 15enne altoatesino, in carcere a Treviso con l’accusa di terrorismo suprematista, è senza un avvocato difensore. Chi lo ha seguito nel corso di questi mesi ha deciso volontariamente di rinunciare al mandato il giorno dopo l’arresto. «Si tratta di un caso delicatissimo che coinvolge un minorenne - spiega il legale, che manteniamo anonimo per motivi di privacy -. E parliamo inoltre di una fattispecie nuova per la nostra zona, legata ad attività informatiche».

Sulla scena muta davanti al pubblico ministero: «Avevamo pochissime informazioni a disposizione, conveniva agire con queste modalità», conclude l’avvocato che era stato nominato d’ufficio circa dieci mesi fa, in seguito alla prima perquisizione della Digos nell’abitazione del giovane. Erano stati sequestrati due computer, uno smartphone e un’ascia, oltre a materiale che testimonia la sua militanza attiva in un gruppo suprematista. Solamente in quella occasione i genitori avrebbero scoperto il mondo criminale di cui faceva parte il figlio.

Il parere dell’esperto

Ma cosa può aver spinto un giovane studente di soli 15 anni ad avere piani tanto violenti? Lo abbiamo chiesto a Michele Piccolin, psicologo, consulente tecnico del Tribunale di Bolzano e referente regionale dell’Associazione italiana psicologia giuridica, che non interviene sul caso specifico. «Diverse aree del cervello umano - spiega - maturano in periodi diversi e quindi il cervello di un 14-15 enne lascia di norma registrare un aumento delle capacità logico analitiche rispetto alle età precedenti, unitamente ad una aumentata capacità di creare e sperimentare gamme emozionali diverse. Tale capacità non è però ancora assoggettata ad adeguate capacità di integrazione emotivo comportamentale, di comprensione degli stati emotivi altrui, di modulazione dell’intensità del vissuto ed infine di censura morale. L’equilibrio psicologico dell’individuo adolescente rimane inoltre ulteriormente precario non potendo egli usufruire di un radicato concetto di sé, né di una autostima ben formata e nemmeno di una valida sensazione della propria auto efficacia, quindi dei limiti di quello che il singolo crede di riuscire a conseguire».

Le fisiologiche vicissitudini maturative «possono essere ulteriormente complicate - prosegue Piccolin - da esperienze evolutive avverse individuabili a livello di casi singoli come familiarità psicopatologiche, tossicofiliche, abusi di varia natura e gravità ma, a livello sistemico pare con gli anni essersi aggiunta una serie di altri fattori che lasciano registrare un aumento del disagio psichico minorile con una maggior necessità di interventi specializzati a sostegno della salute e del benessere psichico». Poi l’esperto torna sul mondo informatico: «I social network alimentano una spudorata tendenza narcisistica e un culto di un sé stessi che non conosce limiti; le intelligenze artificiali e la generazione di deep fake contribuiscono giorno dopo giorno a rendere più sottile la differenza tra realtà, finzione manipolativa e immaginario; poi il dark web dove si possono trovare esempi di tutto il vasto campionario delle aberrazioni umane». AL.BO.













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