Colpito con il taser, il risultato dell’autopsia: morto per assunzione di cocaina
L’uomo aveva aggredito i carabinieri a Colle Isarco. La procura di Bolzano: «Altamente improbabile un ruolo del taser nel decesso»
BOLZANO. C’è l’assunzione di cocaina all’origine della tragedia del 9 luglio 2024 a Colle Isarco, dove un uomo è morto a seguito di un malore dopo essere stato fermato con il taser dai carabinieri che aveva aggredito sotto effetto probabilmente di alcol e droga. Questo il risultato dell’autopsia, come fa sapere oggi (13 febbraio) la procura di Bolzano.
«All’esito dell’autopsia e degli accertamenti medico legali svolti dai consulenti la causa della morte è stata ricondotta all’assunzione di cocaina che ha comportato un evento cardiaco acuto di tipo aritmico o vasospastico. Dalle analisi tossicologiche è emersa infatti un’elevata concentrazione di cocaina e, secondo la consulenza, tenuto conto del processo di redistribuzione e l’idrolisi della cocaina nei suoi metaboliti, nonché del tempo di latenza tra l’assunzione della stessa e la morte del soggetto, è ragionevole ritenere che al momento del decesso la concentrazione di cocaina fosse ancora maggiore», scrive la procura in una nota.
«Nel caso di specie, tenuto conto del grado di intossicazione da cocaina, la stessa è stata di per sé causa sufficiente a cagionare la morte, mentre un eventuale ruolo concausale da parte del taser resta un’ipotesi altamente improbabile. Infatti, non ci sono allo stato attuale prove scientifiche che correlino con certezza l’uso di dispositivi di controllo elettronico come il taser ad eventi cardiaci di tipo aritmico; i valori di carica elettrica necessari ad indurre una fibrillazione ventricolare sono 200 volte maggiori di quelli emessi da tali dispositivi. Tuttavia, nonostante il rischio di sviluppo di fibrillazione ventricolare indotta da taser sia descritto in letteratura come trascurabile, in alcuni studi la percentuale è stata stimata fino al 5%. In questi casi è però, secondo
quanto riportato dalla consulenza, impossibile prescindere dalla multifattorialità degli scenari descritti, laddove solitamente un quadro cardio patologico di base si intrinseca con l’intossicazione acuta da sostanze ad azione cardiotossica e con fattori di stress situazionale correlati all’estrema agitazione da fuga e/o immobilizzazione (es. excited delirium). Tali condizioni, favorendo lo sviluppo dell’acidosi lattica, possono infatti abbassare di per sé la soglia di insorgenza diaritmie fatali portando al decesso dei soggetti, indipendentemente dall’utilizzo del dispositivo taser».