"L'albero da tagliare per il Papa? Parte di una gestione corretta dei boschi"
L'intervento dell'esperta Paola Barducci: "Nella nostra quotidianità accettiamo e preferiamo l'uso di oggetti in legno o piante e fiori per abbellire le nostre abitazioni, perché scagliarsi a spada tratta sull'uso dell'albero di Natale proveniente da foreste certificate e gestite in maniera sostenibile?"
IL CASO L'albero per il Papa, tra petizione e diffide
TRENTO - Sulla vicenda dell'abete che la val di Ledro intende donare al Vaticano si è scatenata una polemica dopo le iniziative di chi, fra petizioni e diffide, intende ostacolare questo gesto, per salvare una pianta. Una pianta che, ha ribattuto il sindaco di Ledro, Renato Girardi, sarebbe comunque destinata a finire in segheria.
Ecco in proposito un commento di Paola Barducci aka Forestpaola, dottore forestale e accompagnatore di media montagna, che da tempo vive in valle dei Mocheni, ed è nota anche per l'attività sui social dedicata alle tematiche ambientali e in particolare delle foreste.
Nella foto qui sopra, la pineta in località "al Faggio", in fondo alla Val Concei, dove è stato realizzato un percorso per camminare a piedi nudi nel bosco.
Ecco il commento di Paola Barducci (foto sotto).
"Avrei voluto iniziare questo appuntamento di #pilloleforestali del giovedì con ben altri argomenti, ma cosa c'è di più stimolante se non infilarsi in un argomento alquanto spinoso come l'ALBERO DI NATALE? è infatti di questi giorni la notizia di una petizione per evitare l'abbattimento di alcuni abeti rossi da spedire a Roma al Papa, con un'incredibile raccolta di 40.000 firme: mi sembrava giusto portare il mio piccolo contributo per una maggiore consapevolezza.
Potremmo infatti trovarci d'accordo sul costo, soprattutto in termini ambientali, del trasporto degli alberi dal Trentino a Roma.
Tuttavia quello che mi lascia maggiormente perplessa nella petizione è la grande confusione fra la normale gestione forestale e il taglio straordinario di alcune piante.
In Trentino infatti il taglio del bosco viene regolarmente effettuato, applicando una selvicoltura di tipo naturalistico approvata dalla legislazione provinciale, nazionale e internazionale, garantendone la continuità temporale. Ad esempio il Comune di Ledro ogni anno taglia 5.600 metri cubi di legname, immettendoli in una filiera certificata che ci garantisce poi di avere mobili, pavimenti, tetti e coibentazioni con un materiale, il legno, assolutamente rinnovabile.
Dovremmo allora preferire la costruzione di case, mobili e oggetti con materiali assolutamente non rinnovabili (plastiche, alluminio)? o ancora dovremmo scegliere legname proveniente da filiere esotiche in cui non venga garantita una corretta gestione rinnovabile?
Inoltre nella petizione si alimenta la convinzione per cui sia sbagliato tagliare alberi secolari: ma il turno, cioè l'attesa fra la nascita e il taglio, si assesta normalmente intorno ai 100 anni, talvolta anche i 150-200 anni.
Tagliare alberi secolari non significa affatto eliminare le foreste ma creare spazio, aereo e nel terreno, per nuovi soggetti arborei, magari già presenti sotto la copertura di quelli maturi, garantendone quindi una continuità. Ma tornando al focus del singolo taglio dell'albero penso sia scorretto chiamarlo "abeticidio", altrimenti saremmo tutti colpevoli di "tulipanicidio" o "margheriticidio" ogni qual volta andiamo dal fiorario o, peggio ancora!, in un campo fiorito.
Gli abeti rossi infatti normalmente utilizzati per addobbare le nostre case nel periodo natalizio, sia in Italia che all'estero, non provengono da boschi ma da vivai, che ce li vendono con o senza apparato radicale, al pari dell'acquisto di una pianta d'appartamento o di un mazzo di fiori recisi.
Nelle nostre case utilizziamo quindi piccoli alberi di natale, nati e cresciuti in vivaio, mentre per abbellire una piazza questa pratica non è possibile per le dimensioni dell'albero richiesto e bisogna ricorrere ad un taglio in bosco, pratica regolarmente effettuata anche per la produzione di speciali prodotti, quali particolari travature, opere d'arte in cirmolo o gli strumenti musicali realizzati con le ormai famose foreste dei violini.
Insomma se nella nostra quotidianità accettiamo e preferiamo l'uso di oggetti in legno o piante e fiori per abbellire le nostre abitazioni, perché scagliarsi a spada tratta sull'uso dell'albero di Natale proveniente da foreste certificate e gestite in maniera sostenibile?".