La storia

Le signore che coi biscotti pagano il pranzo di Natale agli anziani del rione

Il Club della Visitazione nel quartiere Europa-Novacella di Bolzano. Le volontarie tengono vivo il ricordo e l’opera di don Giuseppe Rauzi. Tantissime attività  per il tempo libero degli anziani: «Li trasciniamo fuori dalle case». E il 21 dicembre una festa in piazza per tutto il rione


Luca Fregona


BOLZANO. La parola giusta è: ME-RA-VI-GLIO- SE. Non ne esiste un’altra. Cappellino rubino da Babbo Natale, la moca del caffè sempre sul fuoco, un’organizzazione asburgica. Gentili, simpatiche, solari. Belle. Sui tavoli 100 chili di biscotti appena sfornati: 15 varietà (eccezionali quelli al cocco) da confezionare in decine di vassoi col cellophane e i nastrini oro, argento e rosso. Sono le signore del Club della Visitazione, parrocchia della Visitazione. Europa Novacella. Tutte volontarie impegnate 365 giorni l’anno a “organizzare attività di relazione” per gli anziani del quartiere.

Tradotto: il tempo libero di persone spesso sole, che rischiano di chiudersi a doppia mandata in casa. Ai comandi c’è lei, Rita Krawczyk Daidone. Tutte frequentano la parrocchia da decenni. «La teniamo in piedi noi - dice Rita -. È un dovere: lo dobbiamo a don Giuseppe Rauzi. Un sacerdote straordinario che ha tenuto unito questo quartiere. Qui, 40 anni fa, c’erano solo la chiesa e l’attività instancabile di Don Giuseppe, che ascoltava e aiutava tutti».

Oggi la parrocchia soffre. «A dire messa vengono don Andrea e don Giampaolo da Regina Pacis e Tre Santi. Fanno quello che possono, ma avremmo tanto bisogno di un prete “nostro”, sempre presente, concentrato sui problemi e le esigenze di questo rione. Che è molto popolato e non può aspettare. Lo ho detto al vescovo. Mandacene uno di quelli nuovi dall’Africa o dall’Asia. Qui nessuno ha pregiudizi... ». Rita è una donna pratica, un caterpillar. «E instancabile - dicono le amiche -. Tiene in piedi tutto lei». Dalle 6 di mattina a mezzanotte. Figlia di un militare polacco disertore della Wehrmacht e partigiano sulle colline di Reggio Emilia, la signora Rita ha nel dna il coraggio, la faccia tosta e la tenacia che servono a chi lavora in prima linea nei quartieri. Cosa che la fa molto amare ma anche amorevolmente detestare. «Lo so, ma io sono fatta così. Non mollo». Non esiste missione impossibile. Se c’è da bussare, bussa. Se c’è da insistere, insiste. Legata a filo doppio con strade e piazze di Europa Novacella, che le scorrono sotto la pelle come il sangue nelle vene. Dice con disappunto: «Le istituzioni si sono dimenticate della nostra piazza, piazza Rauzi. A Don Giuseppe, se era per me, dovevano intitolargli almeno piazza Walther... Ok, abbiamo questa per ricordarlo. Ma nemmeno un abete ci hanno dato per il Natale. Questa zona è dimenticata. E allora, sa cosa facciamo?».

Ci pensate voi? «Sì, il 21 dicembre sistemeremo due alberi di quelli ecologici, riempiremo la piazza di luci e addobbi. Sarà tutto illuminato. Prepareremo tanti palloncini rossi, ognuna attaccherà un cartoncino con i suoi desideri, poi li faremo volare in cielo. E ci faremo gli auguri. E sarà una grande festa. E sarà bellissimo... Il nostro quartiere se lo merita». E anche don Rauzi che le sta guardando fiero da lassù, pronto a staccare i cartoncini ed esaudire i loro sogni... Cavolo Rita, mi ha convinto, ci sarò anch’io il 21, e porterò spumante, panettone e una collana di lucine rosse e blu... «Bravo, così si fa. E spero che con te vengano anche tanti bolzanini. Da tutta la città...».

Quanto è importante questo posto lo racconta Bruna Biancotto. «Quando nel 1988 è morta mia figlia Laura a soli 25 anni, non sapevo cosa fare, dove sbattere la testa. Mi sentivo finita». Gli occhi si velano.«Don Rauzi mi ha preso per mano e mi ha portato qui da te...». Guarda Rita. Gli occhi ora sono carichi di lacrime. Tutto si ferma. La caciara gioiosa... La fabbrica dei biscotti... Tutte conoscono la storia. Tutte condividono questo dolore devastante. Bruna caccia le lacrime: «E adesso - sorride -: sono 30 anni che faccio la volontaria!». Prende in mano mezzo chilo di biscotti, li sistema con cura sul vassoio, gira attorno la pellicola, infiocca una coccarda rossa. «Don Rauzi - continua Rita Krawczyk - ha dato un senso di fratellanza al quartiere. Ci vogliamo bene. Ci occupiamo del tempo libero degli anziani. Del loro/nostro bisogno di avere cose belle da fare, bella gente da incontrare». Costringerli a uscire di casa, a godersi ancora la vita. E allora: corsi di danza, conferenze, film, l’estate a Regina Pacis, le grigliate, gli evergreen anni ’60 di Bruno Sax per ballare sotto la luna. Poi il Coro della Visitazione, le visite nelle città d’arte, i viaggi...

E l’iniziativa “Adotta un nonno”. Sei bambini arrivati a Bolzano da Paesi diversi, trascorrono i pomeriggi con tre nonni del quartiere. Fa bene ai piccoli, fa bene a loro. «Qualcuno ha detto che finché fai funzionare il cervello resti giovani. Beh, è proprio così». Le attività si finanziano con i contributi pubblici ma anche con le marmellate, i biscotti, le corone d’avvento realizzate dalle volontarie per Natale. «I biscotti, in particolare - spiega - servono a coprire le spese per il pranzo di Natale che offriremo ai nostri soci il 7 dicembre». Se avete voglia di conoscerle e dar loro un mano, le trovate al mercatino Natalizio al Centro Lovera in viale Europa 3, il 20 dicembre al "Palio dei biscotti" in piazza Don Bosco, e il 21 dicembre in piazza Don Rauzi.

Le meravigliose signore dei biscotti di Europa Novacella

Le volontarie della parrocchia della Visitazione di Bolzano ne hanno fatti 100 chili. Col ricavato paganoil pranzo di Natale agli anziani del rione (Foto Acero)













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