Quanta umanità a Brinkebüll,paese immaginario ma non troppo
Viaggio tra le novità. Il romanzo rivelazione di Dörte Hansen, le frontiere spaesate nel cuore dei Balcani, Rumiz e il diario della pandemia, i dialoghi post-Covid e la riscoperta di Carlo Coccioli
TORNARE A CASA di Dörte Hansen (Fazi, 312 pagine, € 18,50)
Per i librai tedeschi il libro dell’anno. Per mesi in testa alle classifiche. Uno dei casi nei quali qualità letteraria e quantità di copie vanno d’accordo. Ha vinto i due più importanti premi letterari tedeschi, con queste motivazioni: “Con pochi tocchi l’autrice è riuscita a creare dei personaggi espressivi. Con il suo romanzo conferisce profondità storica a un importantissimo tema contemporaneo”. “Un commovente viaggio nel tempo perduto. Con un’intensità magistrale Dörte Hansen evoca gli odori e i rumori del mondo rurale e rende la scomparsa di quello stile di vita un’esperienza dei sensi”. Siamo nell’immaginario paesino di Brinkebüll. Dove, modulando sapientemente i tempi narrativi, la Hansen racconta la vita di provincia, sospesa tra declino e nostalgia, dolce malinconia e grande umanità. L’evoluzione di un paesino e i destini individuali dei suoi abitanti: personaggi commoventi, sopraffatti dalla vita di provincia, che rappresenta le nostre origini, dove la famiglia di provenienza si contrappone a quella che ci siamo scelti. Dalla Germania con emozione.
LA FRONTIERA SPAESATA di Giuseppe A. Samonà (Exorma, 310 pagine, € 16)
Un viaggio letterario, architettonico e soprattutto culturale. Pagine preziose per mettersi in cammino da Trieste, direzione est sud-est, lungo la costa dell’Istria o penetrando l’interno della Slovenia e della Croazia, verso il cuore dei Balcani. Fino a Zagabria passando per Lubiana, Fiume, Pola…Un viaggio attraverso una frontiera che è spaesata perché qui i confini non sono mai stati netti. Un groviglio apparentemente inestricabile di nomi e di storie che l'autore percorre in un girovagare ondivago, con sguardo flaneuristico che va oltre steccati e barriere. Lungo una frontiera che si sposta sempre lasciando esplodere sanguinosi conflitti ma anche proponendosi come un vasto terreno di incontro, confronto e métissage di lingue e culture, laboratorio per una Europa finalmente europea. Un percorso fatto insieme agli scrittori e ai poeti di queste terre. Ivo Andric, Miroslav Krleza, France Prešeren, Marisa Madieri, Fulvio Tomizza, Nelida Milani, Srečko Kosovel, Ligio Zanini e tanti altri. Irrinunciabile mappa geografica e letteraria.
IL VELIERO SUL TETTO di Paolo Rumiz (Feltrinelli, 128 pagine, € 13)
Pagina 105. “Sto scoprendo il silenzio delle foreste anche in pieno giorno,” mi scrive dal Trentino Luigi Casanova, ambientalista di prima linea, “e mi chiedo se questa pandemia ci aprirà gli occhi”. Parla a ragion veduta, da una montagna dolomitica sfigurata dal profitto. Alberghi inutili, collegamenti sciistici inutili, strade inutili”. Fine citazione. Triestino, scrittore e viaggiatore, Paolo Rumiz ha tenuto un diario nei giorni della clausura da pandemia. Il cuore di una grande mutazione restituito con storie, citazioni, incontri, nel segno e nel sogno di una Europa altra. “Quando sarà tutto finito dovremmo dare contenuti umani alla politica che è stata svuotata da interessi più grandi di noi. Esserci, con il corpo”. Rumiz c’è già.
DIVERSI DA PRIMA di Valentina Calzavara e Daniele Ferrazza (Helvetia, 152 pagine, € 16)
Un dialogo sul dopo-Covid. Una riflessione a quando si correva troppo, una visione ad un domani sospeso nell'incertezza ma carico di progettualità positiva. In un momento storico sociale che ci costringe a rallentare, gli autori si confrontano con alcuni protagonisti del nostro tempo. I loro campi? Religione, lavoro, ambiente, Europa, amore, sport, letteratura, scienza e media. Orientamento di un presente inaspettato; per non dimenticarci del passato ma consapevoli e pronti ad un prossimo futuro. In dialogo con Paolo Cognetti, Silvio Garattini, Marco Bentivogli, Pippo Baudo, monsignor Vincenzo Paglia, Sara Simeoni, Silvia Costa, Alessandra Graziottin, Roberto Ferrucci. Presentazione di Dacia Maraini (“questa malattia ci sta facendo capire che c’è ben altro oltre il possesso di nuovi oggetti prestigiosi”).
GRANDE KARMA di Alessandro Raveggi (Bompiani, 280 pagine, € 18)
“Fatti evanescente, sii più sfuggente di una nuvola” scrisse Jean Cocteau a Carlo Coccioli, uno degli scrittori più irregolari e affascinanti del nostro Novecento. Nato a Livorno, vissuto in Francia e poi a lungo in Messico dove muore nel 2003, partigiano, animalista, ispiratore degli Alcolisti anonimi italiani, finalista al premio Campiello anche se alcuni suoi libri non hanno visto la luce in Italia o vi sono giunti molto tardi. L’omosessualità, insieme a una spiritualità vivissima e nomade fu uno dei grandi rovelli della sua vita e della sua scrittura. In un romanzo biografico di rapinosa lettura Alessandro Raveggi ne racconta le vite, mettendo in scena l’avventura di un giovane studioso che ne (in)segue le orme per il mondo.
RACCONTO DELL’ARTE OCCIDENTALE di Philippe Daverio (Solferino, 432 pagine, € 29)
Salutare contraltare alle irritanti sgarbate presenze sgarbiane. Quello di Daverio è un viaggio attraverso i secoli per riflettere su un vasto patrimonio comune, nato dalle ceneri del mondo antico e plasmato dalle nostre fortune come dai nostri conflitti. Da Giotto a Monet, passando per Raffaello, Michelangelo, Modigliani, Bernini, Van Eyck. Dall’antica Grecia alla Pop art di Andy Warhol, il suo occhio critico ci accompagna in un affascinante percorso attraverso scultura, pittura e architettura in Italia e nel mondo. Una cavalcata d’autore a grandi tappe e ricca di aneddoti gustosi, confronti originali e sintesi illuminanti. Tremila anni di storia e di storie sull’arte raccontati da un maestro della divulgazione con un un ricco apparato di immagini.
RUSTY BROWN di Chris Ware (Coconino Press- Fandango, 358 pagine, € 40)
Il graphic novel cui l’autore ha lavorato per 18 anni. Un capolavoro, un romanzo grafico che racconta le vite di sei personaggi della provincia americana. Storie intime, dolenti, sospese, tristi, divertenti, tragiche e commoventi. Una commedia umana che intreccia vertiginosamente tante esistenze. Un segno inconfondibile, una lingua avvolgente. Il tutto in un contenitore colorato, elegante, sorprendente: la sopracopertina diventa un poster, il design è ammaliante. C’è chi ha scritto che Chris Ware sta a Balzac come “La commedia umana” sta a Rusty Brown, il ragazzo del Nebraska che dà il titolo al libro. Azzardato? Neanche tanto. La contemporaneità vive oggi più che mai nelle immagini dei graphic novel. Dite pure fumetti, se volete. E’ comunque letteratura.