la commemorazione

Mattarella a Trento per ricordare Cesare Battisti

A un secolo dall'esecuzione del martire irredentista il presidente della Repubblica in città


di Paolo Piffer


TRENTO. Il 12 luglio 1916, un secolo fa, nella Fossa dei martiri del castello del Buonconsiglio a Trento veniva giustiziato dagli austro-ungarici l’irredentista Cesare Battisti, suddito dell’Impero asburgico, parlamentare a Vienna, leader socialista, passato con gli italiani quando il Regno dichiarò, nel 1915, guerra a Cecco Beppe. Qualche giorno prima era stato catturato sul monte Corno insieme a Fabio Filzi, origini roveretane, anche lui in grigio-verde e con Battisti impiccato. In precedenza, era maggio, a Costa Violina, era toccato al roveretano Damiano Chiesa finire in manette. Venne fucilato, sempre al Buonconsiglio. A cento anni dall’esecuzione dei tre irredentisti trentini il Comitato trentino per le commemorazioni del Centenario della Grande Guerra, di cui fanno parte la Provincia e numerose istituzioni e associazioni, riserva una serie di iniziative, tra Trento e Rovereto, ma non solo, che andranno avanti per mesi. Momento clou delle manifestazioni battistiane ma anche a ricordo di Filzi e Chiesa sarà senz’ altro il 12 luglio prossimo quando, al castello del Buonconsiglio verrà inaugurata una mostra, “Tempi della storia, tempi dell’arte”, alla quale dovrebbe essere presente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Al momento non v’ è nulla di ufficiale per quanto i soliti ben informati sostengano che le trattative con il Quirinale siano ormai a buon punto. Se così fosse, la figura di Cesare Battisti sarebbe proiettata in una cornice nazionale se non oltre. Perché, come ha ricordato il nipote Marco nel corso della presentazione del cartellone ieri al palazzo della Provincia, «Battisti fu un politico innovativo, che prima della guerra si spese per un assetto confederale dell’Impero asburgico, un leader di livello europeo che operò per la sua terra e che, come studioso, cercò di integrare varie scienze, dalla geografia alla cartografia fino all’antropologia. E che ebbe anche una visione ben precisa riguardo alle nazionalità sostenendo, ad esempio, che il confine dovesse essere a Salorno e non al Brennero». A questo proposito il nipote ha ricordato un episodio risalente al 1957, all’epoca del Los von Trient da parte del leader Svp Silvius Magnago. “Una macchina si fermò davanti al Monumento della Vittoria di Bolzano eretto dal fascismo, simbolo dell’”occupazione” italiana del Sudtirolo – ricorda – Scesero degli Schützen che onorarono il busto di Battisti quale strenuo difensore del confine a Salorno». In una terra dove non sono mancati i contrasti (che ancora ci sono seppur attenuati) tra austriacanti tirolesi e italiani, dove il ricordo delle migliaia di trentini che indossarono la divisa austro-ungarica e dei tanti civili costretti allo sfollamento nelle province dell’Impero, ma anche in Italia, è ancora vivo, l’anno battistiano “mira ad unire più che a dividere”, ha detto l’assessore alla cultura Tiziano Mellarini. L’appuntamento più vicino è il 21 maggio al Sociale di Trento. In ricordo dei caduti di tutte le guerre, l’orchestra “I Filarmonici” proporrà la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi. Ben tre i convegni, tra giugno e ottobre: “Il socialismo di fronte alla Grande Guerra”, “La Grande Guerra e la dissoluzione di un impero multinazionale”, “Cesare Battisti geografo e cartografo di frontiera”. La municipalità di Trento ricorderà il consigliere comunale Battisti a metà giunto mentre quella roveretana proporrà al Sacrario di Castel Dante “Gli ultimi giorni dell’umanità”, testo teatrale di Karl Kraus (in luglio) mettendo in cantiere anche un “giro” nelle scuole per meglio far conoscere la figura di Damiano Chiesa. In programma anche conferenze, recital, spettacoli, installazioni multimediali, iniziative editoriali e trasmissioni tv. «Con queste iniziative – ha concluso Marco Battisti – si riporta all’attualità una figura che per troppo tempo è stata strumentalizzata e monumentalizzata. La si restituisce alla vita vera e non la si lascia alle celebrazioni retoriche lavorando sul territorio e facendola conoscere ai più giovani. Ora siamo pronti e maturi per affrontare quel periodo storico tanto significativo per questa terra». Programma su . www.cultura.trentino.it ; www.trentinograndeguerra.it













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