castello tesino 

Eugenio Finardi, incontro a modo suo 

Non solo musica con il cantautore: «Ragioniamo su noi e il futuro»



CASTELLO TESINO. Con uno spettacolo che si declina fra musica e parole in cui è racchiuso tutto il vissuto, tutta la storia e molte considerazioni su passato, presente e futuro, fa tappa a Castello Tesino il tour teatrale musicale “Finardimente”. Eugenio Finardi incontra il pubblico quest’oggi nell’atteso concerto al Parco la Cascatella di Castello Tesino ore 15 inserito nel cartellone dell’Agosto Degasperiano e Lagorai d’Incanto. Un titolo che già fa presagire un incontro che non si limiterà ad un semplice concerto “Quel Finardimente-spiega Eugenio Finardi anticipando alcuni contenuti del concerto in attesa di ascoltarlo dal vivo- nasce come avverbio nel senso di alla maniera di Finardi, ma poi ha assunto vari significati anche quello della pirandelliana menzogna intrinseca di chi ragiona con la mente, che già nel suo stesso vocabolo appunto mente, perché filtra attraverso il ragionamento. Invece durante lo spettacolo si ragionerà su questi 45 anni, cosa è stato, cosa rimane e quale sarà il possibile futuro”. In scaletta brani conosciuti e patrimonio della musica italiana e anche alcune chicche di raro ascolto “Dipende dalla qualità dell’ascolto-confida Finardi-se le condizioni attorno lo permetteranno inseriremo pezzi che non faccio da molto tempo, magari a discapito di alcune canzoni che ci si aspetta di ascoltare ai miei concerti. So che le condizioni in cui mi esibirà sono quelle nella natura e ricordo concerti in quota dove per arrivare ci vuole uno sforzo. Questo sforzo va premiato con una condivisione profonda fatta di confidenze e in un clima di amicizia.” Finardi un cantautore che ha scritto alcune delle più belle pagine della storia della musica italiana. “Ho raccontato i miei tempi, quello che mi succedeva attorno e a volte anche momenti importanti. Nella mia vita ho visto la Cecoslovacchia del 68, il discorso di Martin Luther King. Ho avuto il privilegio di vedere come siamo arrivati qui all’oggi e vivere questo futuro che nessuno mai avrebbe saputo immaginare e di cui continuiamo a stupirci”. Un futuro anche con lati oscuri come quello della crisi musicale. “Credo che ogni generazione abbia un suo percorso e fa fatica a vedere oltre sé. Eppure a me piace molto Ghali o Marrakech in cui mi identifico come italo americano. Erano gli anni 80 in cui io stesso scrivevo Dolce Italia che è molto in sintonia con Cara Italia di Ghali, perché ho vissuto quello che lui canta oggi, il vedersi guardato come diverso quando in realtà siamo tutti uguali. Sul palco ci sarà mia nipote americana diplomata in violoncello. Forse ci siamo scostati dai cantautori classici come Tenco, Endrigo, Guccini, ma già io e De Gregori eravamo differenti a suo tempo.” Musica insomma come veicolo delle idee: “Io ho sempre scritto anche di sociale e di politico. In “Mezzelune” descrivo il senso di impotenza di fronte alla prima Guerra del Golfo e ancora non potevo sapere che descriveva la fine di un’epoca, quella a cavallo fra due blocchi da quello sovietico occidentale a quello sotterraneo che si combatte per il petrolio con il Medio Oriente”. Sul futuro dice: “Viviamo tempi liquidi in cui è difficile capire dove stiamo andando ed anche il caldo di questi giorni è un caldo politico e planetario sulla pelle dei nostri figli. Forse l’occasione anche di un concerto può essere quella di fare un ragionamento insieme sul futuro”. In caso di pioggia il concerto è garantito al Teatro di Castello Tesino ore 17. (k.c.)













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